Breve storia della musica natalizia da sant'Ambrogio a oggi | I Domandony


Ma dimmi un po’: cosa sarebbe il natale senza la riunione dei mille parenti? Che quest’anno non si può fare. Senza la messa a cui va gente che di solito brucerebbe alla sola idea? Che sono sconsigliate. Senza la montagna di regali? Anche se c’è crisi. Senza il pranzo infinito?! Eh, ma la dieta dopo il primo lockdown… Ok, quindi che ci rimane? Forse la musica, purché non sia live. E allora parliamo della musica natalizia, un’usanza che accompagna la festa da oltre 1600 anni.

 

Bisogna fare una premessa: “musica natalizia” significa tutto e niente perché è solo un nome sotto cui si riuniscono generi di musica diversi a tema più o meno religioso. Il primo esempio storicamente riconosciuto risale alla Roma del quarto secolo d.C. quando comparve l’inno in latino “Veni redemptor gentium” (Vieni, redentore delle genti) scritta da sant’Ambrogio per festeggiare l’avvento. Ad onor di cronaca andrebbe precisato che questo inno è tipicamente natalizio nel rito ambrosiano, mentre per il rito romano si preferisce il canto “Christe, redemptor omnium” (Cristo, redentore di tutti). Rimanendo in Italia, ci spostiamo adesso ad Assisi dove un Francesco qualsiasi nel 13esimo secolo cominciò a scrivere canzoni natalizie in volgare, iniziativa che venne presto imitata in tutta Europa. Quasi duecento anni più tardi, nel 1426, il cappellano inglese John Awdlay scrisse una raccolta di 25 brani chiamato “Caroles of Cristemas”, cioè “Carole di natale” e pare che già a quei tempi fosse comparsa la tradizione di riunirsi per cantare andando di porta in porta. Giusto per fare un esempio, risalgano a questo periodo canzoni come “O Tannenbaum”.

 

Piccola digressione: sono proprio gli inglesi medievali ad introdurre il concetto di “carola” con riferimento alle canzoni di stampo tipicamente religioso e festivo; infatti, la parola “carola” non era un neologismo poiché indicava già una danza in cui un gruppo di persone giravano in tondo tenendosi per mano. Col tempo il nome passò dal ballo alla musica ballata e dunque alle canzoni natalizie. Andando qualche anno nel futuro, durante il particolare periodo della Repubblica inglese (o Commonwealth), il proibizionismo puritano di Cromwell cercò di frenare (senza troppo successo a dirla tutta) i canti collegati al natale perché considerati pagani e peccaminosi. Il motivo più concreto era probabilmente il fatto di voler ostacolare i cristiani inglesi in favore della religione protestante.

 

Con il ritorno della monarchia nel 1660 e poi con l’epoca vittoriana, la musica natalizia vide un periodo di particolare splendore con l’avvento di canzoni emblematiche come “Silent night”. In questo periodo vediamo tra l’altro un lento rimescolamento della tradizione e delle figure chiave del natale. Ad esempio, in Inghilterra da secoli esisteva nel folklore popolare la figura di “Father Christmas” che potrebbe sembrare semplicemente un Babbo natale ante litteram ma aveva delle peculiarità significative: non portava regali, niente renne, né camini e non aveva un particolare attaccamento ai bambini. Anzi, era rivolto più che altro agli adulti (ma non nel senso che era a luci rosse, purtroppo) ed era una figura che portava felicità un po’ a tutti.  Il mito, proprio in epoca vittoriana, si mischiò alla nascente figura di Babbo Natale, emerso a sua volta dal mix di figure popolari tra cui la principale è San Nicola di Bari, arcivescovo e protettore dei bambini.

 

A questo punto siamo arrivati alle porte del ventesimo secolo. La tecnologia comincia a permettere l’incisione dei canti, la loro circolazione, la traduzione in tante lingue e la riproduzione in feste pubbliche e private. Non solo le occasioni religiose diventano un pretesto per suonare canti natalizi, ma anche il marketing e la cultura pop del cinema cominciano a sfruttare la musica natalizia per creare atmosfera e spremere completamente un periodo in cui le vendite schizzano alle stelle.

 

In tutto questo, molti sono stati i contributi di grandi artisti e compositori senza tempo che sono stati in grado di alternare temi religiosi e secolarizzati. Tra i più interessanti sicuramente troviamo gente come Handel e il suo “Messiah”, Bach con “Weihnachts-Oratorium”, Vivaldi con “Il riposo per il santissimo natale” e Lady Gaga con la sua “Christmas tree”.

 

PS: Jingle Bells, forse una delle canzoni più famose del natale, è una mezza bugia visto che in origine era stata scritta per il giorno del ringraziamento.


FONTE

Breve storia della musica natalizia da sant'Ambrogio a oggi | I Domandony Breve storia della musica natalizia da sant'Ambrogio a oggi | I Domandony Reviewed by Antonio Emmanuello on 10:01:00 Rating: 5

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