Xin Zhui: la mummia cinese perfettamente conservata (ATTENZIONE: contiene la foto del cadavere) | I Domandony
Se doveste diventare una mummia
che sarà ritrovata fra millenni nello stupore generale, quale cibo vorreste che
vi rappresentasse? Pensateci bene perché potrebbero essere 138 semi di melone
come nel caso della mummia di Xin Zhui.
È il 14 dicembre 1972 e siete un
medico cinese che a breve effettuerà un’autopsia. Entra il soggetto, ovviamente
morto e adagiato su un lettino. Solo che quel corpo non è morto da poche ore o
qualche giorno. Tutt’al più qualche millennio. Per esattezza poco più di due
mila anni. Quello che vi si para davanti è quel che rimane del corpo di Xin
Zhui, nobildonna cinese e moglie del marchese di Dai nonché cancelliere del
regno di Changsha (macroregione cinese durante la dinastia Han). Xin Zhui è
nata probabilmente nel 217 a.C. e ha fatto una vita lussuosa e comoda: feste a
palazzo, concerti personali, la passione per il qin (una specie di antichissima
cetra risalente secondo le leggende al terzo millennio a.C.). In poche parole,
era circondata dal meglio che offriva la società di allora: carne pregiata
riservata solo ai nobili, stoffe e materiali preziosi ed ogni tipo di comodità.
In tarda età sembra che quella
vita sedentaria le abbia causato qualche problema, soprattutto a causa del suo
peso. Grazie a quell’autopsia di cui parlavamo si è notato, infatti, come la
donna soffrisse di parassiti, trombosi coronarica, una dolorosissima fusione
dei dischi della colonna vertebrale e calcolosi biliare. Insomma, nulla di che.
Tra le tante scoperte, nel suo stomaco vennero ritrovati 138 semi di melone che
hanno permesso di capire quando probabilmente sia morta. Si ipotizza infatti
che sia deceduta in estate e nel giro di tre ore dopo aver mangiato il frutto. Era
il 168 a.C. e Xin Zhui aveva 50anni, un’età considerevole per i tempi.
Venne sepolta in una grandiosa
tomba a fianco di suo marito e di un giovane uomo che si pensa fosse suo figlio. Questa
struttura venne riscoperta ben 2136 anni dopo, nel 1968, durante lo scavo di un
rifugio per un ospedale. Il suo corpo era adagiato in una bara, contenuta in
una bara più grande, a sua volta incastonata in una più grande e ancora una
quarta a racchiudere il tutto. La stanza era poi rinchiusa a sua volta in altre
tre stanze sempre più grandi. È proprio il caso di dire che si trattasse di un
sistema a scatole cinesi. In giro per il suo mausoleo c’erano poi circa mille
oggetti di varia natura: gioielli, stoffe, vestiti, contenitori per cibo etc
etc, tutti oggetti che si pensava sarebbero stati utili all’anima immortale
della donna.
Le quattro bare avevano tutte
caratteristiche diverse, ma tutte accomunate da disegni rivolti verso l’interno,
cioè verso Xin Zhui e dunque il loro scopo era quello di accompagnare la donna.
Quella più esterna era nera poiché simboleggiava la morte e l’oltretomba. Poi ce
n’era un'altra nera ma stavolta arricchita da nuvole stilizzate, divinità
portafortuna e animali. Qui è inoltre rappresentata una figura femminile mentre entra nel mondo dei morti. La penultima bara è rossa come l’immortalità ed è
arricchita da figure immortali e alate, un simbolo di felicità. L’ultimo
sarcofago è invece sormontato da piume poiché si pensava che il defunto ne
avesse bisogno per poter volare verso l’aldilà.
E finalmente arriviamo al corpo.
Era immerso in un liquido
sconosciuto, la pelle era ancora morbida e i muscoli abbastanza elastici da
permettere il piegamento delle articolazioni. Gli organi e i vasi sanguigni erano
così ben messi da contenere ancora del sangue (di tipo A). Erano ancora intatti
persino i capelli e i peli del naso. Proprio per questo motivo il corpo di Xin
Zhui è oggi considerato una delle scoperte più importanti del secolo scorso e ci
permette di studiare metodi per preservare esteticamente i defunti. Non per
nulla nel 2003 venne iniettato un liquido segreto dentro l’apparato circolatorio
(ancora intatto) per conservare al meglio il corpo; questo non è nemmeno l’unico
caso dato che Xin Zhui è la cavia perfetta per questo tipo di test.
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