Ötzi: alla scoperta della mummia con i tatuaggi più antichi della storia umana | I Domandony


Nella tradizione ebraica Dio ha almeno sette nomi principali e una miriade di variazioni sul tema; eppure, non è l’unico a potersi fregiare di questo traguardo. L’argomento di oggi è la mummia del Similaun, detta anche uomo di Simulaun o dell’Hauslabjoch. Gli amici però preferiscono chiamarlo semplicemente Ötzi ed è, ad oggi, il primo essere umano a presentare dei tatuaggi.

 

Era il settembre del 1991 quando una coppia tedesca stava facendo un’escursione nella zona del Similaun, sulle Alpi Venoste al confine tra Italia e Austria. Ad un certo punto i due praticamente ci inciamparono sopra e scambiarono quella figura umanoide per un alpinista morto tra i ghiacci; pertanto, contattarono le autorità austriache che, senza troppi, convenevoli recuperarono il corpo facendogli qualche danno. Le analisi preliminari ovviamente evidenziarono che non si trattava propriamente di un cadavere moderno e nel frattempo si scoprì che, seppur di pochi metri dal confine, il corpo apparteneva all’Italia. Non per nulla oggi si trova al Museo archeologico dell’Alto Adige a Bolzano dove viene conservato a -6 C° con un’umidità del 99%, cioè in condizioni simili a quelle a cui era abituato da millenni. Della sua permanenza austriaca rimane però traccia nel nome, cioè Ötzi, che fa riferimento alla zona del ritrovamento (Ötztal).

 

Ma chi era Ötzi?

 

Secondo gli studi effettuati col metodo del radiocarbonio, sembra si tratti di un maschio sapiens vissuto circa 5mila anni fa, tra il 3300 e il 3100 a. C. Le analisi del DNA ci dicono poi che a livello genetico non ha molti riscontri nel mondo moderno e giusto qualche grado di parentela con gli abitanti della Sardegna e della Corsica. Analizzando poi le ossa, i ricercatori hanno ipotizzato che avesse circa 40 o 50 anni, un’età ragguardevole ma non completamente insolita per i tempi. Ci troviamo infatti nell’età del rame per l’Italia e a quei tempi un umano che superava i 15 anni poteva raggiungere senza troppi problemi i 50/60anni di vita. Tra l’altro, piccola parentesi che potete approfondire con questo articolo: nonostante la Grecia classica fosse socialmente arrivata ad un progresso decisamente maggiore di quello dei tempi di Ötzi, l’aspettativa di vita ad Atene superati i 15 anni di età era di circa 40anni.

 

Altre analisi più recenti, del 2011, eseguite dall’Istituto per lo studio delle mummie di Bolzano ha persino fatto luce sull’ultimo pasto dell’uomo: stambecco, cereali e bacche. E se non bastasse, nel 2016 all’ospedale San Maurizio (Bolzano) in uno studio condotto insieme al CNR di Padova è stata emulata la voce di Ötzi grazie alla ricostruzione del suo apparato fono-articolatorio. Nel tentativo di fargli dire le vocali A E I O U, il risultato è stato un suono molto profondo e poco articolato che ci restituisce per lo meno un’idea di come parlassero migliaia di anni fa.

 

Nonostante tutti gli studi eseguiti, Ötzi non mette d’accordo tutta la comunità accademica: insieme al corpo è stato trovato a mo’ di corredo anche una ricca varietà di oggetti che lasciano intendere si tratti di un uomo importante nella sua società, forse un nobile. Con lui c’erano anche un arco di legno con annessa faretra e due frecce, un’ascia fatta in preziosissimo rame tipica della Toscana (cosa che fa pensare a scambi commerciali di lunga tratta), un pugnale di selce con relativo affilatore, una biglia di marmo, un acciarino, delle esche ed infine uno zaino che conteneva tutto quanto. Come si diceva, queste evidenze lascerebbero intendere si tratti di una persona quantomeno importante eppure, secondo altri riscontri, forse siamo di fronte ad un “semplice” pastore. Sui suoi indumenti, infatti, sono state trovate tracce di animali da allevamento che esistono ancora oggi. Il dibattito resta aperto e le due cose alla fin fine non è detto che si escludano per forza.

 

In apertura ho fatto riferimento a dei tatuaggi e Ötzi non delude di certo con i suoi 61 disegni. Si tratta di simboli molto semplici, tratti, linee o crocette, ma molto particolari. La prima particolarità l’abbiamo già detta ed è che ad oggi è l’uomo che presenta i tatuaggi più antichi della nostra storia; l’altra particolarità invece fa riferimento alla tecnica: dove hanno preso gli aghi e l’inchiostro per i tatuaggi? Bella domanda, ma la risposta ci porta da tutt’altra parte. Non si tratta di tattoo in senso moderno, ma di incisioni sulla pelle poi ricoperte con carbone vegetale. C’è poi una terza peculiarità non indifferente: la posizione. Comparando la posizione dei tatuaggi con le analisi radiologiche, si è scoperto che le pitture sono collocate in prossimità delle zone in cui l’uomo soffriva di artrosi. Questo ci porta a due possibili spiegazioni: o si trattava di una sorta di cura in stile agopuntura (con cui tra l’altro sembrano esserci parecchie affinità) oppure si tratta di segni apotropaici (per scacciare la negatività) di stampo magico-religioso. Fino al ritrovamento di altri esempi, è difficile dare una conclusione definitiva.

 

E con questo siamo arrivati in fondo con ancora molti dubbi. Qualunque sia la vera storia di Ötzi probabilmente non la sapremo mai fino in fondo ma proprio per questo motivo riesce costantemente ad attirare le attenzioni di tanti che, come testimonia il tatuaggio di Brad Pitt, restano affascinati da un uomo senza tempo.


Ötzi: alla scoperta della mummia con i tatuaggi più antichi della storia umana | I Domandony Ötzi: alla scoperta della mummia con i tatuaggi più antichi della storia umana | I Domandony Reviewed by Antonio Emmanuello on 15:00:00 Rating: 5

Nessun commento

Get All The Latest Updates Delivered Straight Into Your Inbox For Free!