L'era del guano: quella volta che il Perù si arricchì con la cacca | I Domandony
Quando avete una scadenza a brevissimo termine e sapete già che sarà dura concludere per tempo, quando siete completamente al verde e il prossimo stipendio è ancora lontano, quando avete combinato una stupidaggine da cui non sapete come uscire, probabilmente una delle prime cose che vi verrà in mente di dire è che siete con la “mer*a fino al collo”, giusto? Ecco, non penso vi aiuterà particolarmente a risolvere i vostri problemi, ma il Perù con la sua “mer*a fino al collo” nel’800 ci ha creato una floridissima economia: oggi vediamo la pulitissima Era del guano.
Tra il 1845 e il 1866 il Perù visse un imprevisto periodo di pace interna ed internazionale che da anni mancava. Proprio qualche anno prima (1841) l’allora presidente Agustin Gamarra aveva iniziato una guerra contro la Bolivia che si concluse con la morte dello stesso Gamarra e un periodo di instabilità in cui vari caudillos (leader politico-militari) reclamarono il governo del paese. Nel ’45 finalmente Ramon Castilla venne dichiarato presidente e diede inizio ad uno dei periodi più floridi della storia del paese. Quando nel ’51 finì il suo mandato, prese il potere Jose Rufino Echenique che nell’arco di quattro anni finì per far scoppiare una rivoluzione interna guidata da Castilla. A questo punto Castilla tornò al potere e diede al Perù una rinnovata stabilità.
Durante i governi di Castilla vennero fatti passi avanti in tutti i settori. A livello sociale venne abolito il tributo che gli indigeni dovevano pagare solo per il fatto di essere indigeni. Venne abolita la schiavitù e per far fronte alla sopravvenuta mancanza di forza lavoro venne incentivata l’immigrazione di cinesi ed europei. Venne migliorata l’istruzione pubblica, venne aggiornato il corpus delle leggi dello stato che, seppur repubblicano, si basava ancora su vecchie leggi spagnole. Sulla base del principio del continentalismo (aiuto reciproco all’interno del medesimo continente), il Perù lavorò poi per sistemare in maniera pacifica la questione dei confini con gli altri paesi.
E infine arriviamo all’economia.
Siamo nella metà dell’800 e la chimica nell’agricoltura non è ancora entrata a piè pari, eppure il mondo stava diventando sempre più esigente di risorse, sempre più sofisticato e metodico. Prima che la scienza potesse rispondere con le sue pozioni magiche, il Perù attinse ad una delle risorse più abbondanti della sua zona: il guano. Il guano non è altro che la cacca degli uccelli e dei pipistrelli che si deposita abbondantemente sulle spiagge o nelle caverne peruviane e che già da secoli veniva utilizzato dai locali per arricchire il terreno. Non per nulla il nome arriva dal quechua (lingua dei nativi peruviani) “wanu” che è poi stato ripreso dallo spagnolo “huanu”, fino a dar vita a “guano”. I ritrovamenti più antichi lasciano intuire che il suo utilizzo possa risalire a circa 5mila anni fa, ma parlando in termini più cauti e sicuri, è certo che venisse utilizzato da almeno 1500 anni.
L’argomento divenne di interesse internazionale solo quando ad inizio Ottocento l’esploratore prussiano Alexander von Humboldt ne scrisse a proposito; le successive traduzioni in tedesco, italiano e francese fecero dunque girare la notizia in tutto il mondo e da lì, nell’arco di qualche decennio, partì lo sfruttamento della preziosa risorsa. Il guano infatti è ricco di sostanze come l’ossalato, l’urato d’ammonio, alcuni fosfati e sali minerali. In pratica fu una manna dal cielo per i campi del mondo intero. Non lasciandosi scappare l’occasione, il Perù ne approfittò largamente anche perché possiamo dire che a quei tempi detenesse sostanzialmente il monopolio sulla produzione di guano a livello mondiale, poiché generalmente all’estero il guano non aveva proprio modo di depositarsi in abbondanza prima che le intemperie lo spazzassero via.
Grazie agli immensi ricavi il governo poté cominciare a ripagare il debito pubblico del paese e così facendo migliorò i propri rapporti internazionali; questi ultimi vennero ulteriormente intensificati grazie agli scambi commerciali per accaparrarsi l’oro più schifoso che esista. Tra i grandi personaggi che fecero parte di quel mercato, va sicuramente nominato Auguste Dreyfus che divenne schifosamente ricco grazie alla commercializzazione della cacca, ma non possiamo mica dimenticarci del nostro Camillo Benso che come ricco imprenditore terriero fu il primo nel nostro paese ad utilizzare il guano nei campi del vercellese (Piemonte).
E dunque se c’è una morale che possiamo imparare è che se siamo nella mer*a fino al collo, è meglio venderla a caro prezzo.
L'era del guano: quella volta che il Perù si arricchì con la cacca | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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