L'abominevole fenomeno dei furti dei feti: un crimine in "crescita" | I Domandony


Da queste parti non parliamo quasi mai di cose particolarmente truculente, ma esiste un piccolissimo fenomeno che negli ultimi 40anni sta lievemente crescendo negli Stati Uniti. Se il rapimento dei bambini è sempre esistito in qualche sua forma, si è delineato negli ultimi decenni qualcosa che ricade sotto quella categoria ma è ancora più disumano: il furto dei feti.

Il termine è autoesplicativo in realtà, ma a primo impatto potrebbe sembrare così inverosimile da non essere assimilato completamente. Il furto dei feti o fetal abduction è letteralmente il rapimento di un feto dal ventre di una gestante. Come potete immaginare, il rapimento avviene nella maniera più violenta possibile e nella maggior parte dei casi quella che sarebbe stata una futura madre finisce per morire a causa del taglio cesareo eseguito con la forza.

In generale i casi non sono moltissimi, appena una trentina negli ultimi 40anni, ma negli USA - come dicevamo in apertura - è un fenomeno in crescita. Il primo caso registrato risale al 1974 quando Winifred Ransom uccise una donna incinta squarciandola con un coltellaccio da macellaio per poi rubare il feto. Il caso successivo, per lo meno un nuovo caso registrato, avvenne dieci anni più tardi, con la morte di Cindy Ray che venne rapita uscendo da una clinica dove era stata per una visita ginecologica. Nel giro di due ore anche Ray morì. Ci vollero altri dieci anni per il caso successivo e siamo dunque a metà degli anni ’90. Dal duemila in poi sembra che i casi stiano leggermente aumentando, senza però diventare un fenomeno particolarmente allarmante in termini puramente numerici. Proprio questo fattore, cioè il basso numero di casi, rende difficile lo studio della questione in maniera scientifica, ma negli anni qualche domanda è stata avanzata e qualche risposta è stata proposta.

Uno dei quesiti fondamentali è sicuramente quello sul profilo dell’aggressore: si tratta solitamente (quasi unicamente) di donne mediamente sui 30anni che fingono di esser incinte o che lo erano davvero ma hanno perso il bambino; sono poi persone che entrano in contatto con le madri incinte in maniera particolare e creando un rapporto molto intimo in poco tempo. Da quanto emerge, nel complesso questi aggressori non sembrano soffrire di particolari malattie psicologiche, ma sono caratterizzate da un fortissimo narcisismo e dalla voglia di avere l’attenzione di tutti su di sé. Un primo elemento che spinge all’azione è un desiderio inappagato di maternità tanto che il ricercatore Resnik nel 2006 ha sostenuto che l’azione fosse il frutto di un istinto materno impazzito ("the maternal instinct run amok”). Altro motivo che spinge all’azione è poi il desiderio di far funzionare il rapporto con il proprio partner, per avere cioè un certo peso contrattuale nella coppia o per acquisire uno status particolare caratteristico delle madri. 

Nonostante secondo Brett DiGiovanna dell’Università di Pittsburg non ci siano abbastanza prove per sostenere la presenza di malattie psichiche, esistono alcuni tratti comuni ai rapitori. Si tratta tendenzialmente di caratteristiche riguardanti lo sviluppo psicologico in giovane età, come una situazione di disagio economico, un cattivo rapporto con i genitori, abusi sessuali, divorzi dei genitori, frequenti traslochi, abbandono scolastico o bocciature. In sostanza, questioni di disagio generalizzato

A questo punto bisogna forse ribadire che i riferimenti a questo fenomeno arrivano unicamente dagli Stati Uniti dove sembra essere più diffuso che altrove; certamente sono stati registrati alcuni casi in giro per il resto del mondo, ma fortunatamente il numero è davvero basso. Una questione che sembra interessante da tenere in considerazione è poi il contributo di internet: come abbiamo detto, spesso le rapitrici sono donne che fingono di essere madri per mesi e mesi e si costruiscono una propria immagine con amici e parenti; questo è reso possibile anche da internet che permette ad esempio di scaricare senza problemi delle ecografie di chissà chi, ma utili a portare avanti l’inganno. La rete è poi funzionale per entrare in contatto con la vittima, ad esempio per vendere vestiti o altri oggetti utili alla futura mamma (come successo in vari casi). 

In conclusione, non rimane che porci una domanda che potrebbe sfociare nel filosofico da baretto: da dove nasce questa esigenza? O meglio, come mai delle donne si sentono così tanto a disagio per la mancata maternità da aver bisogno di commettere un simile gesto criminale e disumano? Certo, la componente personale e il passato dei singoli individui è fondamentale, ma potrebbe non essere l’unico fattore. Avendo pochissimi dati a disposizione e avendo studiato l’argomento per troppo poco, avanzerò forse una conclusione semplicistica, ma eccola: dato che si tratta di un fenomeno in crescita, seppure assolutamente marginale, è possibile che la questione sia sociale e nasca dunque dal cambiamento epocale che abbiamo avuto nell’ultimo secolo. La donna infatti e fortunatamente si è sempre più emancipata mantenendo però l’antico istinto biologico di avere figli. Non potendo colmare quel bisogno, l’istinto materno potrebbe aver preso in alcuni casi una via che tendenzialmente non è nella sua natura.

L'abominevole fenomeno dei furti dei feti: un crimine in "crescita" | I Domandony L'abominevole fenomeno dei furti dei feti: un crimine in "crescita" | I Domandony Reviewed by Antonio Emmanuello on 12:10:00 Rating: 5

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