Il tesoro di Hoxne: una ricca testimonianza dell'antica Roma | I Domandony


Quando pensiamo ad un tesoro sepolto l’inevitabile immagine che ci si forma in testa è quella di un pirata che scava una buca con la vanga in una mano, la mappa nell’altra e un pappagallo sulla spalla. La cosa bizzarra è però che se dovessimo metterci alla ricerca di un tesoro, faremmo prima a cercarne uno di epoca romana perché spuntano letteralmente come funghi. Oggi vediamo come un forziere di 1500 anni fa è ricomparso in una campagna inglese nel 1992: il tesoro di Hoxne.

Come tutti sappiamo, il quinto secolo d.C. non è proprio stato il massimo per l’Impero Romano d’occidente: nell’arco di qualche decennio stravolgimenti epocali hanno fatto in modo di portare al collasso il colossale sistema romano e la puzza di bruciato si sentiva già da tempo anche nelle province tanto che molti nobili si preoccupavano di seppellire i propri beni in modo da metterli al sicuro. Quegli anni infatti erano caratterizzati dalle scorrerie degli abitanti locali che i romani amavano chiamare barbari; questi avevano preso coraggio dopo che buona parte dell’esercito stanziato in giro per l’impero era stato chiamato per combattere nel cuore di Roma. Sprovvisti di un deterrente, i barbari cominciarono ad erodere il potere centrale fino alla completa conquista che nel caso inglese ha avuto inizio proprio nel quinto secolo (con l’alternarsi di più di un tiranno).

Anche se non ne abbiamo alcuna certezza, in questo clima deve essersi trovata anche la famiglia che ha lasciato un piccolo tesoro a Hoxne, un paesello nel Suffolk (Inghilterra). 1500 anni dopo, nel novembre del 1992, un contadino senza nessuna pretesa era intento a cercare il suo martello perduto nei campi e per fare ciò si era fatto prestare da un amico un metal detector che lo aiutò a fare una scoperta sorprendente: 14.865 monete e oltre 200 altri oggetti di varia natura e risalenti a chissà quanto tempo prima. Peter Whatling, il contadino, è un uomo per bene a quanto pare e senza perdere tempo chiamò subito le autorità che già il giorno successivo arrivarono sul posto per prelevare i reperti. Whatling fortunatamente aveva capito il valore di ciò che gli si era parato davanti e aveva lasciato tutto intanto, senza spostare neanche una moneta. Questo permise agli archeologi di poter capire come erano disposti gli oggetti all’interno di un forziere ligneo ormai divorato dal tempo.

Tra le altre cose il tesoro consisteva in 469 monete d’oro (solidi), 12mila monete d’argento, 98 cucchiai in argento, coppe, pepaiole, oggetti da toeletta e così via. Un piccolo tesoro appartenuto ad una famiglia benestante vissuta probabilmente tra il 350 e il 410 d.C. Tale datazione deriverebbe dal fatto che le monete risalgono all’imperatore Valentiniano I (sul trono dal 364 al 375), ad Onorio (393-423), a Costantino II (337-340) e arriverebbero dalle zecche di tutto l’Impero. Molte di queste monete portano poi le tracce della tosatura, ovvero si presentano più o meno leggermente alleggerite del bordo, un modo come un altro per recuperare un po’ di oro o argento senza togliere dalla circolazione le monete.

Un oggetto particolarmente interessante è poi una catena da corpo, ovvero un orpello formato da un gioiello centrale con pietre preziose da cui si dipanano quattro bellissime catene a coda di volpe che avviluppavano il petto per poi ricongiungersi sulla schiena. Come abbiamo già detto, ci sono tanti altri oggetti e se siete interessati nei commenti potete trovare una lista piuttosto completa.

In tutto questo, al nostro contadino inglese non è andata affatto male. Quello di Hoxne venne dichiarato treasure trove, cioè tesoro trovato, e quindi reclamato direttamente dalla Regina; ma la consuetudine voleva che l’istituto che l’avesse voluto comprare, avrebbe dovuto pagare il suo valore allo scopritore. In sostanza Whatling si beccò la bellezza di 1,75 milioni di sterline.

In conclusione, nella zona vennero fatti altri studi e sopralluoghi facendo emergere qualche altro centinaio di monete probabilmente appartenenti allo stesso tesoro. In tutto questo la cosa bizzarra è che la zona del ritrovamento è antichissima, utilizzata per la coltivazione almeno dall’età del bronzo, ma di costruzioni romane lì non ce ne erano. La più vicina, una piccola villa romana di origine aristocratica, è fuori Hoxne, a circa 3,2 km. Dunque, probabilmente il vero motivo di quella sepoltura non sarà mai chiarito completamente.

Il tesoro di Hoxne: una ricca testimonianza dell'antica Roma | I Domandony Il tesoro di Hoxne: una ricca testimonianza dell'antica Roma | I Domandony Reviewed by Antonio Emmanuello on 11:06:00 Rating: 5

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