Come capire gli appuntamenti al cinema con le scimmie | I Domandony
Sembra uno stereotipo da film, ma un po’ a tutti sarà capitato di partecipare ad un appuntamento romantico al cinema. I motivi per una scelta simile possono essere molteplici: da una parte il buio della sala aiuta ad abbattere l’imbarazzo del primo incontro che può lasciare i più timidi rigidi e senza parole; possiamo poi prendere in considerazione la motivazione storica secondo cui agli albori della cinematografia nei primi decenni del ‘900 i cinema fossero luoghi a buon mercato dove rifugiarsi per stare al caldo e, se la sala non era troppo affollata, anche per appartarsi. Forse però ci sono anche altri motivi e gli scimpanzé possono aiutarci a capirci qualcosa.
Circa un anno fa sul Proceedings of the Royal Society B, giornale scientifico della Royal Society inglese, usciva un articolo di Wouter Wolf e Michael Tomasello a proposito del modo che gli individui hanno di relazionarsi; i due ricercatori partivano dal presupposto che gli umani sono in grado di creare legami attraverso la comune esperienza di un’attività o evento, dal gioco alla musica, passando per mille altri tipi di occasioni. I due allora si sono chiesti se tale comportamento fosse presente solo in noi o anche in altri animali e quale fosse il suo funzionamento profondo. Quello che hanno fatto nel concreto è stato selezionare un campione di scimpanzè e di bonobo, dividere i vari individui in coppie e fargli fare due tipi di esperienze diverse: in una dovevano guardare dei video insieme e nell’altro caso non avrebbero fatto nulla di specifico. Il tutto veniva registrato con tre telecamere e con un sistema di tracciamento degli occhi (eye tracking); per quanto riguarda il video, sono state scelte delle riprese di giovani scimmie intente a giocare, un soggetto che serve ad attirare l’attenzione dei soggetti senza eccitarli o stressarli.
Dopo una serie di test, la risposta è stata piuttosto precisa: le scimmie si comportavano in maniera più sociale con il proprio partner dopo aver condiviso la visione di alcuni filmati. Tra l’altro l’esperimento è stato eseguito anche con coppie umano-scimmia e pure in questo caso i primati approcciavano l’umano molto più velocemente del gruppo che non condivideva un’esperienza comune.
Tutto meraviglioso, ma perché accade ciò?
Da decenni non è più una novità che come umani il nostro modo di creare gruppi si basa sulla condivisione del mondo, quindi grazie alle storie e al pensiero comune; trovare però lo stesso meccanismo nelle scimmie ci spinge un po’ più in là : significa che si tratta di un modello psicologico molto più basilare e ancestrale che ha a che fare con la sincronia. In poche parole, potremmo dire che un simile comportamento può essere spiegato con l’utilità : creare una visione comune ci può tornare utile nel creare delle comunità , dei gruppi che si aiutano e si sostengono in caso di necessità o di pericolo. Eppure, i due ricercatori ritengono che ci sia qualcosa di psicologicamente più profondo che va oltre la semplice utilità , una sorta di sincronia comportamentale che non ha solo a che fare con i benefici materiali.
Detto questo, Wolf e Tomasello ci tengono a placare gli animi di chi crede possa essere una risposta definitiva sull’argomento sottolineando soprattutto come non sia detto che una tale risposta scimmiesca possa essere completamente trasferibile al comportamento umano. Nonostante tutto, se volete uscire con qualcuno e siete un po’ in imbarazzo, il cinema può effettivamente essere la scelta giusta. Certo, se però proponete un mattone polacco o un cinepanettone, mi sa nemmeno una scimmia potrà salvarvi.
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Reviewed by Antonio Emmanuello
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14:31:00
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