Una nuova Storia per il continente nero: la Federazione dell’Africa Orientale | I Domandony
Nell’immaginario collettivo ancora oggi l’Africa è un continente di persone che vivono in capanne di fango e paglia, eppure il continente nero sta rapidamente cambiando raggiungendo obiettivi da cui noi europei potremmo trarre ispirazione. Oggi vediamo la storia della nascente Federazione dell’Africa Orientale.
Ci troviamo nella zona dei Grandi Laghi, sul versante orientale dell’Africa, in un territorio diviso fra Ruanda, Burundi, Uganda, Congo, Tanzania e Kenya. Proprio questi sei paesi negli ultimi anni hanno discusso e stanno lavorando per la creazione di una grande federazione per certi versi simile all’Unione Europea. Proprio come l’UE, tutto ha avuto inizio da semplici accordi economici; era il 1919 quando i britannici, allora colonialisti, imposero la East african currency board, un’associazione internazionale che fino al 1966 si è occupata dei tassi di cambio fra Uganda, Kenya, Tanganika e, dal 1936, Zanzibar. Lo scopo era quello di adeguare lo scellino dell’Africa dell’est con quello del Regno Unito. Dunque, proprio come la Comunità del Carbone e dell’Acciaio in Europa, questa prima sovrastruttura diete il via all’idea di un’unione fra paesi.
Mentre negli anni ’60 questi paesi si guadagnavano l’indipendenza dagli inglesi, i vari leader cominciarono a discutere seriamente la questione federale. Le trattative andarono avanti per qualche anno fino ad arenarsi completamente nel 1964 per divergenze createsi dalle pressioni interne ed esterne. Nonostante tutto, da tutti quei discorsi nacque la Tanzania, frutto dell’unione del Tanganika e di Zanzibar. Una decina di anni più tardi, nel 1977, la collaborazione che era sempre stata il punto di forza di quei paesi si ruppe definitivamente, lasciando il territorio più debole e povero di prima.
Una ventina di anni più tardi, nel 1993, Kenya, Tanzania e Uganda firmarono finalmente un nuovo trattato di cooperazione non solo economica, ma anche politica, sociale, culturale, scientifica, tecnologica, militare e legale: in pratica un’unione di forze e intenti. Sette anni più tardi, nel luglio del 2000, nacque così la Comunità dell’Africa Orientale, ma era solo l’inizio. La collaborazione è continuata negli anni e nel 2010 la Comunità si aprì ad un mercato unico per i beni, il lavoro e i capitali; nel frattempo ai fondatori si univano altri paesi, come il Sud Sudan che si aggregò a partire dal 2016.
Nel 2013 a Kampala (capitale dell’Uganda) Kenya, Uganda, Ruanda e Burundi hanno invece iniziato le trattative per la costituzione di una nuova entità, cioè proprio la Federazione dell’Africa Orientale, un’unione che porterebbe alla creazione di una politica comune in stile tedesco o statunitense. Purtroppo, anche stavolta i lavori vennero bloccati e rimandati al 2016. Nel 2018 si iniziò finalmente a lavorare sulla redazione di una Costituzione comune che dovrebbe essere pronta entro il 2021; sempre secondo i piani, la Federazione sarà economicamente completa nel 2023 con l’introduzione di una moneta comune. La completa unificazione politica invece deve ancora essere discussa nei prossimi mesi e anni.
Ma cos’è nel concreto questa federazione? Parliamo di un territorio grande due milioni e mezzo di chilometri quadrati; in confronto l’Italia è grande circa 300mila km quadrati e l’intera Europa continentale (non solo UE) è vasta circa 10milioni di km quadrati. Con questi numeri, la Federazione diverrebbe il più grande paese africano e il decimo al mondo per estensione. Secondo i dati del 2018, ci sarebbero poi circa 178 milioni di abitanti, posizionandosi quindi poco dietro i 206milioni di abitanti della Nigeria che è il paese più popoloso del continente. La lingua franca sarebbe lo swahili, quell’idioma parlato da Rafiki nel Re Leone per intenderci (e per usare stereotipi a caso), mentre le lingue ufficiali saranno il francese e l’inglese.
Passando all’economia, la moneta unica sarà lo Scellino dell’Africa orientale; il PIL totale ammonta oggi a circa 470 miliardi di dollari, con un pro capite di circa 2.600 dollari; per fare un confronto, l’Unione Europea con i suoi 447milioni di abitanti ha un PIL di circa 20 trilioni di dollari, cioè 20mila miliardi, ovvero il 14% dell’intera economia globale.
Infine, la capitale sarà situata ad Arusha (Tanzania) e la città più popolosa al momento è Dar es Salaam, sempre in Tanzania. Il motto della Federazione è “one people, one destiny”: un popolo, un destino.
Una nuova Storia per il continente nero: la Federazione dell’Africa Orientale | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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13:18:00
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