Perché il 90% delle persone usa la mano destra? | I Domandony

Piccola domanda: siete destrimani o mancini? Si fa presto a rispondere ma vi siete mai domandati come mai? Dietro ad ogni nostra azione più o meno involontaria ci sono un mondo di meccanismi di una complessità inverosimile e per questo vale la pena chiedersi perché il 90% degli esseri umani usa la destra come mano dominante.

Per prima cosa vale la pena chiarire che quella della mano destra è una tendenza millenaria, se non ancora più antica. Analizzando le impronte digitali sui dipinti preistorici, si è infatti potuto constatare che già ai tempi il 10% della popolazione era mancina, una quota praticamente identica a quella odierna. Questo avviene poiché si tratta di una questione principalmente biologica, nonostante possa avere degli influssi dal mondo esterno (in questo caso si parlerebbe di epigenetica, cioè il mix di genetica e fattori ambientali nella formazione di un essere vivente). È interessante notare poi che già tra i 6 e i 14 mesi di vita il 39% dei bambini dimostrano di avere una mano dominante ed entro i 18 mesi la percentuale sale al 97%. Questo significa che la componente genetica è molto forte.

Partiamo dalle basi, giusto per complicarci la vita: quasi tutti gli organismi viventi nei primi mesi di vita subiscono un processo di lateralizzazione, cioè si formano due parti divise ma connesse. Nel corpo umano è facile notarlo: dai polmoni ai reni. Com’è noto anche il cervello è diviso in due parti e visto che ci siamo sfatiamo anche un mito: avete presente quella cosa dell’emisfero creativo e di quello logico? Sono un po’ delle fregnacce. Si, il cervello è diviso in zone che si occupano di specifiche azioni (il linguaggio, la vista, il pensiero, la memoria, etc etc) e questo perché le varie zone sono costituite da sinapsi e neuroni organizzati in maniera diversa, una maniera che gli permette di specializzarsi in “singoli” campi. Metto le virgolette poiché anche questa è una riduzione ai minimi termini dato che il cervello è plastico ed è in grado di adattarsi agli inconvenienti: in caso di danni ad una zona, per esempio, il cervello cercherà di compensare attivando gli stessi processi in un altro punto.

Bene, seguitemi che siamo solo all’inizio. Mo’ tocca capire come mai proprio la destra ha prevalso sulla sinistra.

La teoria più interessante si basa sul concetto della divisione dei compiti all’interno del cervello, un sistema volto a mantenere un certo equilibrio fra gli emisferi in modo da garantire l’efficienza generale. In questo senso allora possiamo accomunare il lavoro manuale e la capacità di parlare poiché entrambi sono caratterizzati da uno sforzo motorio simile e dunque ha senso che siano gestiti dallo stesso centro di comando. Ottimo, ma chi controlla questi aspetti? DIN DIN DIN, proprio l’emisfero sinistro! E poiché il cervello è organizzato ad X, l’emisfero sinistro allora comanderà in maniera più precisa il lato destro del nostro corpo. In altre parole: l’emisfero sinistro del cervello è specializzato nelle funzioni motorie e per via dell’organizzazione incrociata, la mano destra si è ritrovata ad essere più precisa della sinistra. Nei mancini avviene la stessa cosa, ma semplicemente con gli emisferi invertiti.

Ok, sento già le vostre domande che si affollano o le proteste di chi pensa che sia solo una risposta a metà; infatti si potrebbe opinare che dare la “colpa” alla lateralizzazione del cervello sposti la domanda solo un po’ più indietro cedendo il passo ad un nuovo quesito: perché allora il cervello è diviso in funzioni specifiche? Stavolta forse possiamo far ricorso ad una risposta semplice, al limite della banalità: è evolutivamente più vantaggioso. Avere un cervello ottimizzato in aree specializzate aiuta l’efficienza complessiva e dunque favorisce l’ereditarietà. Se infatti un nostro antenato antichissimo dimostrava di avere qualità utili alla sopravvivenza maggiori di altri suoi simili, le probabilità di accoppiarsi e trasmettere i suoi geni crescevano notevolmente. Non bisogna infatti dimenticare che l’evoluzione è una partita a dadi pilotata (passatemi questa becera metafora): in maniera più o meno casuale succede qualcosa a livello genetico ==> questa cosa si dimostra utile all’essere vivente ==> questo allora sopravvive più a lungo o in condizioni migliori ==> aumentano quindi le possibilità di accoppiarsi ==> i geni continuano a circolare.

Detto questo, abbiamo prima anticipato che la componente genetica può essere influenzata anche della questione ambientale. Ad esempio nelle donne a cui è stato somministrato un farmaco anti-aborto famoso tra gli anni ’40 e gli anni 70 del ‘900, l’estrogeno dietilstilbestrolo, c’è stata un’incidenza maggiore di bambini mancini; o ancora, la posizione del bambino durante la gestazione, soprattutto nell’ultimo trimestre, sembra influenzare la mano dominante. Altro fattore epigenetico è poi quello degli ultrasuoni che sembrerebbero aumentare l’incidenza di mancini.

Ci siamo quasi, non mollatemi proprio ora che ci manca un ultimo piccolo dubbio da sciogliere: ma se l’efficienza vorrebbe che la norma sia l’essere destrimani, perché esistono i mancini? A modo loro i mancini hanno dei vantaggi: visto che la grandissima maggioranza delle persone è destrorsa, i mancini hanno dei benefici nella lotta grazie all’effetto sorpresa; dunque, riuscendo a sopravvivere attraverso i millenni, quel 10% preistorico ha trasmesso quel tratto genetico che man mano (letteralmente man mano) è rimasto in circolazione fino ad oggi.

PS: voi mancini non sentitevi troppo fighi o unici! Nel caso in cui un destrimano non possa utilizzare il suo arto dominante, può imparare in poche settimane ad usare la sinistra con una certa destrezza (un termine decisamente non a caso), ma per qualche motivo il contrario non sembra essere altrettanto semplice.

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