Giulio Cesare: una divinità con problemi cerebrali | I Domandony
Può un dio soffrire di qualche malattia? Oggi parliamo di Giulio Cesare e nello specifico vediamo di capirci qualcosa sulla sua tanto discussa salute che non era del tutto all'altezza del suo nome.
Benché ad ucciderlo furono i coltelli e non le malattie, Cesare non era particolarmente in salute. Gli storici non sono sicuri su cosa avesse veramente, ma tutti concordano che qualcosa lo stava uccidendo lentamente: soffriva di attacchi epilettici a cui talvolta seguivano lunghi periodi di convalescenza. A parlarne per primo è stato Plutarco, scrittore e biografo vissuto fra primo e secondo secolo dopo Cristo. Già quest’ultima informazione però dovrebbe metterci sull’attenti dato che nel migliore dei casi, quando l’autore ne scrisse, era passato almeno un secolo dalla morte di Cesare, assassinato nel 44 a.C. Questo dato è importante perché Plutarco potrebbe essersi affidato a fonti poco autorevoli, basate magari sul sentito dire o sulle credenze popolari. Dunque prendiamo tutto con le pinze.
La storiografia parla di quattro episodi ricollegabili a qualche tipo di attacco, definiti in latino “morbus comitialis”, cioè la forma polirematica che indicava l’epilessia; il primo avvenne a Cordoba, Spagna, dopo un non meglio precisato trauma alla testa. Proprio questo aspetto traumatico avrebbe portato alcuni storici medici verso la conclusione che l’epilessia non sarebbe il problema centrale di Cesare, bensì solo uno degli effetti dovuti ad un più profondo danno neurologico. Eppure, pare che di danni cerebrali si possa parlare anche ben prima rispetto a quell'evento. Si sospetta infatti che Cesare soffrisse fin da giovane di piccoli ictus e poi da adulto la situazione si sarebbe sempre di più aggravata fino ad una possibile insorgenza di attacchi ischemici transitori causati da una cattiva circolazione sanguigna nel cervello. Non per nulla alcuni degli effetti degli ictus sono proprio quegli attacchi epilettici di cui parlava Plutarco.
Ma di ipotesi sull’argomento ne sono state avanzate parecchie e c’è chi parla di ipoglicemia, che in effetti può causare perdita di coscienza e crisi epilettiche; altri invece riconducono i suoi problemi a un’infezione parassitaria del cervello da parte di una tenia.
Oggi è impossibile capire definitivamente il quadro clinico di Cesare, soprattutto in assenza di prove contemporanee e certe. Inoltre, è impossibile provare a ricostruire la sua salute sulla base dell’analisi dei suoi resti, dato che venne cremato subito dopo la morte. Detto ciò, rimane ancora un aspetto importante su cui fare luce: se tutto sommato non era poi così chiaro di cosa soffrisse Cesare, perché Plutarco parla di epilessia?
La risposta forse sta in una sola parola: deificazione. Secondo alcuni storici, Augusto - che era stato adottato dal prozio Cesare come figlio, secondo le consuetudini del tempo - avrebbe agevolato la diffusione di quell'immagine divina del padre-prozio. L’epilessia era infatti vista come una manifestazione ultraterrena e andava a rafforzare l’idea che già circolava nell’Urbe, cioè che Cesare fosse effettivamente un dio. Nel 42 a.C. Cesare è il primo romano a diventare una divinità, elevazione agevolata tra l’altro dal passaggio di una cometa che per ben sette giorni, nel maggio del 44 a. C., fu visibile nei cieli terrestri. In onore del condottiero venne chiamata Sidus Iulium: la stella di Giulio.
Giulio Cesare: una divinità con problemi cerebrali | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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21:33:00
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