Il Libro d’oro dell’orfismo: il codex più antico della storia | I Domandony
Quello che oggi noi definiamo con il termine “libro” sarebbe in realtà da chiamare usando la parola “codex” o “codice” poiché era questo il nome che avevano assunto, nel quinto secolo d.C., quelle opere letterarie che presentavano un insieme di fogli rilegati lungo il bordo e racchiusi da una copertina. Detto questo, quale è il libro più antico?
Quella etrusca è stata una florida civiltà che ancora oggi vive purtroppo nel mistero dato che non ha lasciato troppi indizi per ricostruirne la storia. Sappiamo che vissero fra il nono e il primo secolo a.C, che, nonostante i dibattiti, fossero autoctoni, e che scomparirono con l’espansione romana. Anche la loro lingua fa ancora discutere dato che non sembra essere indoeuropea, come il greco o il latino, ma non può neanche essere considerata completamente un’estranea a questo ceppo linguistico; per lei è stato quindi coniato il termine peri-indoeuropeo che serve ad indicare proprio l’ibridazione dei caratteri indoeuropei e anaindoeuropei. Altra particolarità è la scrittura. Veniva usata una forma adattata dell’alfabeto greco e seguiva un andamento bustrofedico: come un campo arato, la scrittura procedeva da sinistra a destra per poi andare a capo e continuare da destra a sinistra, poi di nuovo a capo e si ricominciava da manca a destra. Tra l’altro, da questo alfabeto ne sono derivati anche altri, tipo quello venetico (antichi veneti), quello leponico (galli cisalpini) e persino l’antico alfabeto runico Fuþark.
Oggi è conosciuto con il nome di “Libro d’oro dell’orfismo”.
Il Libro d’oro dell’orfismo: il codex più antico della storia | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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