Coronavirus e influenza spagnola: la questione delle mascherine | I Domandony


Ne abbiamo sentito parlare ovunque delle somiglianze e differenze tra Covid-19 e influenza spagnola e molte di quelle similitudini sono dovute al comportamento sempre uguale delle persone. Fra qualche riga vedremo come le proteste per le mascherine che vediamo oggi non sono una novità del 21esimo secolo ma possiamo ritrovare le stesse dinamiche nel 1919, nella Lega anti-maschere di San Francisco.

Nella seconda metà del 1918 si stava infrangendo sugli umani la seconda ondata di influenza spagnola, quella che si rivelerà la più pesante. Il picco di morti arrivò ad ottobre e proprio in virtù di ciò alcune città degli USA cominciarono ad imporre l’uso della mascherina a chi lavorava con il pubblico. A dirla tutta, a San Francisco la spagnola era arrivata da pochissimo, a settembre, ma già a metà ottobre erano presenti almeno duemila casi. Il dipartimento della salute agì praticamente come avrebbe fatto oggi: chiuse le scuole, vietò gli assembramenti, mise le sbarre alle porte di cinema e teatri. Inoltre, l’iniziale direttiva che prevedeva l’obbligo dell’uso della mascherina solo per i lavoratori sopraccitati, il 25 ottobre si estese all’intera cittadinanza e ai visitatori che arrivavano da fuori con tanto di Croce Rossa che offriva mascherine a chi arrivava con il battello.

Sembra che inizialmente 4 cittadini su 5 avessero accettato senza troppe proteste di indossare il presidio, anche grazie all’azione del comune che puniva con multe o con la prigione per disturbo alla quiete pubblica. Peccato però che a dare il cattivo esempio ci pensassero nientepopodimeno che il sindaco e il capo del comitato medico i quali vennero beccati e multati per non averla indossata durante un match di box. Nonostante ciò, la curva sembrò abbassarsi e il 21 novembre l’obbligo venne richiamato.

Neanche a dirlo, i casi ripresero a salire.

A gennaio, durante lo scoppio della più debole terza ondata di spagnola (fece appena 100mila morti nel mondo), San Francisco fu costretta a tornare ad indossare le famigerate mascherine e ciò scatenò quelle ire che si erano trattenute qualche mese prima. Venne a costituirsi la Lega anti-mascherina, composta da fanatici, cittadini qualsiasi e persino medici per un totale di 4/5mila membri che presero parte all’incontro del 25 gennaio 1919. Il dibattito fu acceso e le questioni più dibattute furono quella a proposito di una raccolta firme per bloccare il provvedimento del sindaco e quella per il licenziamento del capo del comitato medico; le due principali correnti di pensiero che spingevano questa azione erano invece il fatto che, da una parte secondo alcuni, la mascherina non servisse proprio a nulla e, dall’altra, che l’obbligo di indossarla fosse una violazione dei diritti civili.


Il 27 gennaio la Lega (non quella verde) presentò la propria istanza e la notizia fece il giro del mondo; date le pressioni il sindaco, con l’approvazione del comitato scientifico, tolse allora l’obbligo sostenendo che ormai le condizioni lo permettessero. Fortunatamente si andava verso una fase calante dell’influenza e questo limitò i danni. Nell’autunno-inverno 1918-19, ci furono un totale di 45mila casi di influenza spagnola nella città, e circa 3mila morti.


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