La bolla del Mississippi: la crisi economica che portò alla Rivoluzione francese: | I Domandony



Ormai è praticamente sicuro che stiamo andando verso una crisi economica e per una volta non è manco colpa di una speculazione finanziaria come già successo nel 2008. Le bolle però non sono una novità degli ultimi decenni ed infatti esistono da secoli. Oggi ne vedremo un esempio, ovvero la bolla del Mississippi che mise in ginocchio le finanze della Francia e condusse alla Rivoluzione francese.

Questa storia dobbiamo prenderla da lontano e più precisamente parte dall’origine delle banconote. Il primo esempio di cui abbiamo riscontro risale all’impero cinese dell’806 d.C. quando l’imperatore Hien Tsung cominciò ad emettere dei documenti ufficiali che attestassero il possesso di una certa cifra di denaro a chiunque decidesse di depositare al sicuro le proprie ricchezze. Col tempo si assistette alla progressiva crescita di fiducia nei confronti di tale strumento e le banche cominciarono ad emettere più valore cartaceo di quanto i minerali preziosi depositati potessero effettivamente coprire. La conversione infatti cominciò ad essere meno influente poiché la gente semplicemente si fidava del sistema e la banca, dal canto suo, poteva così concedere prestiti oltre il vero valore da lei posseduta, in modo da favorire gli investimenti e quindi mantenere vivo il mercato.

Se però ci spostiamo in occidente, bisogna aspettare il 17esimo secolo per vedere la comparsa delle banconote. In vari paesi d’Europa stava emergendo la necessità di creare un ente singolo e autorevole che si occupasse della questione e nacquero così le banche centrali. Tra le prime ad emettere banconote fu il Banco di Stoccolma nel 1661 ma fu solo nel ’95 che la Banca d’Inghilterra cominciò a produrre in maniera permanente. Si adoperavano metodi poco sofisticati e la falsificazione era un pericolo così incombente che chi veniva beccato a farlo subiva la pena di morte. Passarono altri 50anni prima di stabilire un valore fisso alle suddette banconote, dato che fino al 1745 venivano compilate a mano a mò di assegno in cui veniva segnato il valore che si voleva trasferire.

E ora arriviamo alla Francia. La guerradi successione spagnola guidata da Luigi XIV aveva lasciato il paese in uno stato economico disastroso e il suo successore, Luigi XV, non volle abbracciare una politica economica di austerity proponendo invece di centralizzare e investire. Assegnò allora la Banque Royale all’economista scozzese John Law, che si era fatto conoscere in giro per tutta Europa per le sue idee innovative sul credito e sull’uso delle banconote. Egli sosteneva di abolire tutti i piccoli monopoli e crearne uno centrale a livello nazionale che così potesse guadagnare tutti i proventi per rinforzare le casse del regno senza rischiare di far arricchire altri imprenditori. Luigi XV appoggiò questa idea e mise nelle mani di Law una delle fonti di guadagno più importanti in quel momento: le colonie in nord America. La Banca Reale, che fino al 1718 era conosciuta come Banca Generale Privata, divenne un organo del regno e questo significava che da lì in poi la pecunia cominciò ad essere garantita dal re in persona. Inoltre, la Banca assorbì gran parte delle compagnie che si occupavano di commerciare o trasportare lungo il Pacifico fondando la Compagnie Perpetuelle des Indes nel 1719. Nel concreto l’idea era quella di vendere delle quotazioni della società che stava investendo in Mississippi, chiamata poi Mississippi Company, in modo da ripagare il debito con i guadagni ricevuti.

Nel 1718, prima che partisse la grande “campagna marketing” di Law per promuovere la Louisiana, là risiedevano appena 700 europei. In quegli anni, per aumentare la popolazione vennero inizialmente scarcerati e deportati in nord America molti prigionieri e prostitute con la condizione che si sposassero tra loro e vivessero oltreoceano. Law cominciò a ingigantire le ricchezze del nuovo mondo, le bellezze di quella terra, la qualità della vita che doveva far impallidire quella della Francia in rotta di collisione. La gente, convinta, cominciò ad investire, investire e investire ancora. Nel giro di pochi mesi nel 1719 la speculazione fu tale che i titoli venivano scambiati a ritmi così folli che la banca reale dovette stampare sempre più banconote che ben presto non avevano più nessun corrispettivo aureo. Quando però nel 1720 gli investitori cominciarono a chiedere di poter riscattare le proprie quotazioni, esplose la bolla: non c’era assolutamente abbastanza oro per saldare tutti. La fiducia colò a picco e la banca stava peggio di prima poiché si era fatta carico dell’intero rischio d’impresa.  

L’enorme debito pubblico, aggravato enormemente dalla bolla del Mississippi che aveva lasciato in miseria molti borghesi, è ciò che portò nel 1789 alla convocazione degli Stati Generali e quindi allo scoppio della Rivoluzione francese.


FONTE
La bolla del Mississippi: la crisi economica che portò alla Rivoluzione francese: | I Domandony La bolla del Mississippi: la crisi economica che portò alla Rivoluzione francese:  | I Domandony Reviewed by Antonio Emmanuello on 14:15:00 Rating: 5

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