Emissions Analytics: quando le ruote sono più inquinanti del motore I Domandony
Le immagini dei delfini a Venezia o della cappa di smog che si allontana dalla Lombardia ci stanno lasciando positivamente sorpresi, eppure presto torneremo a guidare e a inquinare in modi che neanche consideriamo. Oggi parliamo di una cosa che la ricerca conosce molto bene, ma il grande pubblico non ancora: il carburante non è l’unico aspetto a cui dovremmo prestare attenzione.
Abbiamo sentito parlare del famigerato particolato in tutte le salse senza mai avere bene in mente cosa fosse; detto in parole povere, si tratta di un composto fatto di particelle di varia natura, sia liquida che solida, sospeso in aria in forma di aerosol atmosferico e viene generato da una grande varietà di sorgenti, come pollini o spore, fibre naturali e artificiali, metalli e carbonio, e così via. Questo particolato è l’inquinante che più costella la nostra aria, soprattutto quella cittadina, e con le sue dimensioni minuscole continuiamo a respirarlo. Siamo tendenzialmente convinti che gran parte di questo venga generato in maniera diretta dai cosiddetti gas esausti, cioè quei gas e rifiuti prodotti durante la combustione, quindi ad esempio dai motori o dalle industrie. Spesso invece vengono ignorate le emissioni non-esauste che secondo una nuova ricerca potrebbero avere un peso molto maggiore del previsto. Le NEE (Non-Exhaust Emissions) non sono una novità per chi conosce il campo della chimica ambientale, ma il grande pubblico non è ancora entrato in contatto con questo concetto. Da cosa lo si vede? Ci arriviamo subito, prima però vediamo di chiarire cosa ha scoperto una ricerca di pochi giorni fa.
La Emissions Analitycs è una società leader nel testare le emissioni atmosferiche a livello scientifico. Il sei marzo ha quindi pubblicato una sua ricerca riguardante le emissioni non esauste sottolineando i risultati con un tono piuttosto polemico. Il centro ha infatti voluto testare l’inquinamento generato dagli pneumatici e per farlo ha preso una macchina categoria hatchback, quindi voluminosa ma ben lontana dai pesi massimi del mercato. Con delle buone gomme ben gonfiate e una strada in buone condizioni, le emissioni esauste della vettura sono state pari a 4,5 MILLIgrammi per chilometro, mentre le emissioni non esauste ben 5,8 grammi: oltre mille volte di più! I ricercatori della E.A. ci tengono a sottolineare che questi siano in realtà dati ancora considerabili positivi dato che nel mondo reale le ruote non sono sempre regolate nel modo giusto, o la loro qualità non è sempre delle migliori e le strade là fuori non di rado sono rovinate, tutti fattori che aggravano decisamente l’usura degli pneumatici, e non solo. Non è infatti solo l’inquinamento da gomma a doverci preoccupare, ma anche tutto il resto, come la polvere generata dai freni che, all’aumentare della mole dell’auto, faranno più fatica. Infatti, questa è una delle giuste polemiche sollevate dalla ricerca: l’aumento dei modelli sempre più grandi e la popolarità dei suv, fa aumentare il peso delle vetture e quindi il consumo di ogni sua parte che può costituire un inquinante. E sia ben chiaro: anche le auto elettriche non ne sono immuni. Altra questione sollevata dai ricercatori è la mancanza di regolamentazione per le emissioni non esauste. I governi, e l’Europa in prima linea, si sono giustamente occupati delle emissioni dovute al carburante e quindi i produttori si sono dovuti adeguare rendendo sempre più efficienti i motori. Non hanno però mai regolato tutto il resto che, come ha notato Emission Analytics, oggi risulta essere la componente più preoccupante.
I consigli che ci lascia la ricerca sono quindi: macchine leggere, gomme ben gonfiate e di buona qualità e, ma questo non dipende direttamente dal consumatore, strade ben asfaltate.
Il consiglio che vi da UroBros è quello di rinunciare all’auto quando possibile.
Emissions Analytics: quando le ruote sono più inquinanti del motore I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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11:06:00
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