Audio 8D: origini e spiegazione della musica a 360 gradi | I Domandony


Avete già sentito parlare di audio 8D? Avete ricevuto mille messaggi su WhatsApp che ne parlano (io manco mezzo)? Siete ignari di tutto? Bene oggi parliamo di Saturno e dei suoi anelli!
E invece no, parliamo proprio dell’audio 8D che secondo i giornali sta facendo impazzire tanti.
La tecnica utilizzata dagli audio 8D non è affatto una novità del 2020 e su YouTube con questo nome ci sono diverse canzoni già a partire dal 2018 e infatti nel sottobosco del tubo, questo filone ha guadagnato terreno raggiungendo ottime cifre in termini di visualizzazioni ed iscritti ai canali che se ne occupano, come ad esempio 8D Tunes. In parole povere si tratta di tracce audio che sembrano immergerci in un’ambiente reale, a patto però che usiamo delle cuffie. Per capirlo meglio dobbiamo immaginarci una specie di sfera che ci circonda a 360 gradi, noi stiamo in mezzo e i suoni ci arrivano virtualmente da varie sorgenti diverse, come se ci fossero molti altoparlanti intorno a noi.
Questa tecnica in realtà è vecchia ormai di quasi 50anni essendo una rielaborazione dell’ambisonics inventato nel Regno Unito negli anni ’70. Tale tecnologia inviava agli altoparlanti dei B-format, cioè dei pezzi di audio indipendenti dal soggetto principale (ad esempio la voce del cantante) e ne mandava un pezzo diverso ad ognuna delle casse utilizzate in modo da creare un’idea di spazialità. Questo significava che bisognava registrare già di partenza un audio tridimensionale con l’ausilio di diversi microfoni. Da ciò nasce la differenza tra l’ambisonics e il più moderno audio surround che invece manda pezzi di audio completamente diversi in base alla posizione della cassa.
Partendo quindi da quell’idea, l’audio 8D ha poi sfruttato il concetto di registrazione binaurale che prevede la simulazione di un soggetto ascoltante durante la registrazione della traccia. In sostanza si prende il concetto di stereofonia, cioè l’utilizzo di due canali diversi (destro e sinistro) per far finta di trovarsi fisicamente davanti alla fonte del suono e si aggiunge un terzo fattore; registrando direttamente con i microfoni riceveremmo un audio troppo pulito e artificiale che viene in realtà percepito solo dagli strumenti, quindi per ovviare a ciò si prende una testa di manichino appositamente realizzata con le caratteristiche fisiche di una testa umana, e gli si fa rimbalzare contro il suono in modo che questo sia effettivamente il più simile possibile a quello che sentiremmo dal vivo. Questo non fa altro che equalizzare l’audio in maniera meccanica ma ovviamente si può fare anche via software ed è quello che l’audio 8D fa. Attraverso poi l’uso del panning, cioè lo spostamento dei canali audio, gli audio 8D ci ingannano che esista più spazio intorno a noi; aggiungiamoci quindi un’adeguata equalizzazione della traccia e il gioco è fatto.
Detto così sembra piuttosto semplice e non si capisce il perché di tutto questo scalpore. Apparentemente non sembra avere senso dato che l’audio 8D, come abbiamo visto, è là fuori ormai da almeno 2 anni ma la colpa (o il merito) è probabilmente da attribuire alla quarantena che ha spinto molti a cercare più intrattenimento del solito. Non mancano ovviamente le critiche di chi teme faccia l’effetto che il 3D ha avuto sul cinema: pellicole (o brani in questo caso) realizzate al solo scopo di vendere cavalcando il trend. Al netto di questo, si tratta di un altro modo di ascoltare la musica e risulta affascinante soprattutto nel caso di situazioni ambient. 
Infine, una piccola nota sul nome: 8D non significa granché e basta cercare per scoprire brani anche a 12D e così via. Il nome che meglio rappresenterebbe tale tecnica è infatti “audio a 360°”.

Audio 8D: origini e spiegazione della musica a 360 gradi | I Domandony Audio 8D: origini e spiegazione della musica a 360 gradi | I Domandony Reviewed by Antonio Emmanuello on 14:57:00 Rating: 5

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