Black day: come sopravvivere a San Valentino (in Corea) | I Domandony
Avete già organizzato il San Valentino perfetto con il vostro
partner? Come, no? Nessun partner? Allora ci rivediamo fra due mesi per il
black day. Spoiler: vi servirà un biglietto aereo per la Corea (quella buona).
In oriente la festa degli innamorati è leggermente diversa
rispetto a quello a cui siamo abituati da queste parti. Sia in Giappone che in Corea
(del sud ovviamente), per tradizione sono le ragazze e/o le donne a portare regali
ai maschi, anche se ultimamente l’usanza sta cambiando e spesso le ragazze si
scambiano pensierini semplicemente tra loro. Comunque sia, in entrambi i paesi il
costume vuole che si portino in dono dei cioccolatini. Il San Valentino
classico comparì in Giappone per la prima volta circa nel 1936 quando apparve
la prima pubblicità dedicata alla festività; tutto partì da una pasticceria che
stava cercando di spingere le vendite proponendo al pubblico di regalare proprio
del cioccolato a qualcuno di importante così da dimostrargli affetto o
interesse. Fu solo con la fine della Seconda guerra mondiale e con la
progressiva occidentalizzazione dell’oriente, che San Valentino divenne una
festa sentita dalla comunità. Esattamente un mese dopo, il 14 marzo di ogni
anno, in Corea si assiste invece al “white day” che prevede che i maschi
ricambino la gentilezza delle ragazze. Così, a partire dal 1978, gli uomini si
muniscono di cioccolati o oggetti da donare all’eventuale ragazza su cui
vogliono fare colpo. In origine però non nacque così, ma iniziò come “marshmallow
day” sfruttando le caramelle bianche e gommose come una sorta di risposta agli
scuri cioccolatini di febbraio, da cui ovviamente nasce il nome “giorno bianco”.
Nel tempo l’usanza si è adattata e oggi molti spendono anche parecchio per
recuperare cioccolata bianca di alta qualità o raffinata lingerie, ovviamente sempre
bianca.
E i single?
Se da noi gli scapoli si sono accaparrati il giorno di San Faustino,
cioè il 15 febbraio, per festeggiare la singletudine, nel bene o nel male, in Corea
l’hanno presa un po’ meno alla leggera. Nel paese infatti ci sono ben 13 feste
dedicate all’amore e dintorni, non tutte ovviamente hanno lo stesso valore di San
Valentino ma possiamo immaginare il peso sociale che ciò può avere per i single.
Il marketing, dalla sua, non si è di certo fatto sfuggire l’occasione di tappare
questo buco inserendo una festa tutta per loro. Nacque allora l’usanza di
vestirsi di nero e consumare cibi scuri, un triste richiamo ai cioccolatini non
ricevuti durante le due precedenti festività. Tradizionalmente si consumano
soprattutto i jjajang myeon, dei noodles
conditi con una salsa a base di fagioli scuri, un cibo considerato di conforto
da quelle parti (come per noi mangiare il gelato direttamente dal barattolo). Tra
i tanti eventi organizzati per l’occasione, gli studenti single spesso finiscono
per riunirsi a pranzo ordinando il sopraccitato piatto da consumare lamentandosi
della situazione. Infatti, lamentarsi e “piangersi addosso” è uno dei
principali riti della giornata anche se ultimamente molti preferiscono passarla
facendo pronostici positivi per l’anno successivo.
Quindi se oggi siete soli ho due consigli: prima di
tutto, aspettate gli sconti sui cioccolatini nei prossimi giorni e poi
attendete il 14 aprile per festeggiare la vostra
solitudine/libertà/spensieratezza o qualunque altra definizione vi sembri più
adatta.
Black day: come sopravvivere a San Valentino (in Corea) | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
on
11:45:00
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