Ill week: quando l'Inghilterra visse la sua notte del giudizio | I Domandony
Avete presente la serie di film “La notte del giudizio” (“The purge” in inglese) in cui per una notte all’anno si possono commettere tutti i crimini immaginabili senza conseguenze? Nel 1603 è successa la stessa cosa per una settimana. Circa.
La regina d’Inghilterra Elisabetta I salì al trono appena 25enne e ci rimase per ben 45 anni, fino al 1603, anno della sua morte. Un regno così lungo significava una relativa quiete che, con la scomparsa di Elisabetta, improvvisamente venne a mancare. Il clima fra scozzesi e inglesi non è mai stato pacifico e non mancavano di certo conflitti fra gli abitanti al confine tra i due paesi, i cosiddetti border. Sia gli inglesi che i cugini del nord erano da sempre soliti bisticciare, con attacchi, schermaglie e violenze varie. Nel 1603 però si andò oltre sfruttando una credenza dei tempi: quando moriva un sovrano - si riteneva - la legge non aveva più senso perché non c’era nessuno a farla rispettare. Essendo infatti il re di discendenza divina, egli stesso era la Legge. I clan sui confini allora cominciarono ad invadersi e a saccheggiare i villaggi vicini dell’altro paese, con casi limite di clan scozzesi spintisi fino a quasi 50 km oltre il bordo. Molti luoghi vennero devastati sensibilmente lasciando persino alcune comunità senza il loro sostentamento. Si stima, ad esempio, che vennero rubati circa 4mila pezzi di bestiame.
A quel punto sul trono si insediò James I d’Inghilterra, precedentemente noto come James VI di Scozia poiché era appunto sovrano del paese. Si deve proprio a lui la prima unificazione di tutte le isole britanniche, grazie alle sue origini che permisero l’unione dei tre regni (venne inclusa anche l’Irlanda). Essendo Elisabetta rimasta nubile per tutta la vita, non aveva generato figli e quindi James era l’unico erede al trono inglese, essendo nipote di Enrico VIII d’Inghilterra, padre di Elisabetta. Quindi, nonostante Enrico VIII avesse cercato di escludere per legge la successione a quel ramo della famiglia, in quel momento si concluse la dinastia Tudor e salì al trono quella Stuart, con incredibili complicazioni. Tra le più grandi v’era sicuramente la questione religiosa essendo l’Inghilterra anglicana (proprio grazie ad Enrico VIII) mentre la Scozia era rimasta cattolica.
Ma torniamo ai border. Inizialmente James cercò di ignorare gli eventi della cosiddetta “ill week”, la settimana di violenze avvenute ai confini, ma più tardi, per via delle proteste scatenatesi, dovette agire. Nella sua idea di assolutismo, James prese in mano la situazione e cercò di risolverla una volta per tutta mandando le famiglie più animate in esilio, svuotando così le proteste della gran parte delle energie. Le sue difficoltà non finirono però qui e si ritrovò spesso a fronteggiare il parlamento inglese che non lo vedeva di buon grado. Economicamente parlando mise in difficoltà le finanze del regno, ma nonostante questo viene ancora oggi ricordato come un buon regnate che seppe continuare la spinta culturale iniziata in epoca elisabettiana. D’altro canto, non si può nascondere che i suoi favoritismi e le sue manovre finanziarie e politiche non abbiano lasciato dei solchi profondi e negativi nel regno: anche per via del suo operato, nel 1642, una ventina di anni dopo la sua morte, scoppiò la violenta guerra civile inglese tra realisti e parlamentaristi.
Ill week: quando l'Inghilterra visse la sua notte del giudizio | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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14:26:00
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