Il paradosso delle feste: perché le vacanze di natale passano così veloci? | I Domandony
Queste vacanze stanno volando? Ecco qui il perché!
Già qualche tempo fa avevamo parlato della percezione del tempo che cambia con l’età concludendo che sostanzialmente dipende da quanto una persona ha vissuto: per un bambino di sei anni, un anno è pari ad un sesto della sua vita, mentre per un ottantenne è pari ad un ottantesimo. È lampante quindi dedurre che per l’ottuagenario la percezione del tempo è decisamente diversa dal pargoletto. Sulla stessa scia possiamo quindi porci un’altra domanda e cioè: perché il tempo scorre diversamente durante le feste?
Per rispondere ad un quesito decisamente più vasto di quello appena esplicitato qua sopra, Marc Wittmann e Sandra Enhoff dell’Università di Monaco hanno esaminato un campione di 499 persone tra i 14 e i 94 anni. A questi sono state poste delle domande che comprendevano da una parte un periodo breve (da pochi giorni, fino ad un anno), dall’altra si parlava invece di decadi. Dalla prima tipologia di interrogativi sembra essere emersa una variazione minima, quasi nulla, nella percezione del tempo fra giovani e meno giovani; ma non appena si cercò di scavare nel passato, i ricercatori cominciarono a notare qualcosa. Quando i soggetti oltre i 40anni raccontavano la loro vita, spesso parlavano di un’infanzia lenta che però subiva un’accelerazione intorno all’adolescenza e alla prima età adulta.
Prima di capire cosa succeda, dobbiamo considerare che abbiamo tendenzialmente due visioni diverse dello scorrere del tempo: una in prospettiva e una in retrospettiva. La prima si riferisce al modo in cui percepiamo lo scorrere del tempo nel momento in cui compiamo un’azione, mentre la seconda richiama il come ricordiamo il passaggio del tempo durante un’azione conclusasi. Esempio: quando leggiamo un libro il tempo scorre piuttosto velocemente ma se in un secondo momento ci capiterà di ripensare a quel frangente è possibile che ci sembrerà essere passato più tempo di quanto non pensassimo precedentemente; questo viene ulteriormente accentuato se il ricordo di un’azione viene accostato ad un evento più denso: leggere un libro potrebbe quindi sembrare un’attività più lunga di un’uscita con gli amici.
Detto questo, il motivo vero è proprio risiede nella nostra RAM e nel modo che ha questa di collaborare col disco rigido: il cervello memorizza meglio gli eventi occasionali e sporadici, cioè le novità, mentre impacchetta male ciò che troviamo abitudinario o siamo soliti fare quotidianamente. Il risultato è che ricorderemo molto bene una cena particolarmente importante, ma non ricorderemo mai tutti i pasti passati in famiglia. Questo comporta ovviamente delle conseguenze nella percezione che abbiamo del tempo: un evento nuovo, generando molti più dati nella memoria, ci sembrerà essere durato molto, mentre un ricordo che assomiglia a molti altri genererà meno dati e dunque anche una percezione del tempo minore. La psicologa Claudia Hammond chiama questo effetto “il paradosso delle feste” con cui spiegherebbe perché nei periodi di vacanza o di ferie il tempo sembra volare: non facendo attività particolarmente nuove o stimolanti, il ricordo che ne abbiamo finisce per restringersi e quindi sembra essere durato meno di quel che è stato veramente.
Il paradosso delle feste: perché le vacanze di natale passano così veloci? | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
on
14:41:00
Rating:
Nessun commento