Ruby Sparks (2012) | Le Recensiony

Se dovessi paragonarlo ad una giornata questo film sarebbe probabilmente una serata alcolica, una di quelle dove si fanno discorsi profondi e filosofici sui rapporti che si traducono in sbiascicamenti insensati e probabilmente singhiozzati. Questo non significa che il film sia un qualcosa di confuso o fatto male, ma lo vedremo.

Si apre con un'immagine super satura e ovattata di una figura femminile e subito suona la sveglia che riporta alla realtà e agli affari quotidiani. Portare in giro il piccolo Scotty, la colazione e il blocco dello scrittore. 

Calvin.

Calvin è uno scrittore divenuto famoso ancora diciannovenne che ora affronta una crisi creativa e sentimentale, condizione che cerca di affrontare col suo terapeuta. Dal Dr. Rosenthal comincia a caratterizzare sempre di più quella figura sbiadita che man mano diventa nitida e reale, fin tanto che il nostro protagonista teme di potersene infatuare. "Non posso innamorarmi, non è reale". Questa la lasciamo qui a sedimentare, ci torniamo dopo.

Il nostro Salinger moderno non ha molte relazioni e di fatto l'unica persona che frequenta è suo fratello Harry. I sogni continuano e passiamo da luoghi sempre più vaghi a posti sempre più famigliari. Continuano ad accumularsi dettagli, faccende, particolari. E tutto finisce sulle pagine che sbloccano Calvin. E BAM, eccola in cucina. Completamente spiazzato e impaurito, Calvin la fugge, scappa dai suoi stessi sogni. Qui la regia è in grado di non darci indizi sulla tangibilità o meno di Ruby, ci lascia col dubbio, cerca di farci avere la stessa reazione del protagonista. E ci riesce almeno un po' fino a che non si viene a scoprire che è effettivamente reale, non senza varie situazioni equivoche e fuorvianti.

La creatura esce sempre di più dall'inchiostro e diviene una compagna da portare al cinema a vedere un festival sugli zombi, o in sala giochi o ancora ad una serata di musica elettronica. Se prima aveva paura di provare qualcosa per la sua stessa fantasia, ora il qualcosa si traduce in un sentimento reale per qualcuno di concreto, e questo qualcuno continua a prendere consapevolezza di sé, sviluppando una propria coscienza e una propria volontà, con propri progetti e propri desideri. Non è più una creatura passiva frutto di un desiderio inespresso.

La visita alla madre, una fricchettona newage, comincia ad evidenziare il desiderio di Ruby di sentirsi completa, e qui non posso non citare "L'uomo bicentenario".

"Uno ha studiato la vostra storia: sono state combattute guerre terribili in cui sono morti milioni di individui per un idea: la libertà. Quindi si può dire che una cosa a cui tante persone tengono così tanto vale la pena di averla.

Piccola Miss: gli hai dato centinaia di libri da leggere, era solo questione di tempo perché ad un certo punto fosse attratto dall'idea della libertà".

Allo stesso modo di Uno, Ruby, frutto della mente di qualcun altro, apprende che esiste qualcosa di più, che non c'è solo quel mondo piatto da cui è stata tirata fuori, ma una realtà ben più estesa che vuole essere scoperta. Questa voglia di novità si traduce ben presto in un allontanamento da Calvin che si esplicherà poi nella proposta di prendersi "i propri spazi, altrimenti saremmo la stessa persona". Parte il "Rigoletto" di Verdi, "la donna è mobile" per intenderci (un riferimento colto per gli anglofoni, un po' più banale per noi), che descrive il nuovo comportamento di Ruby, sempre più reale, sempre più distante da Calvin e dalle sue parole. Se verba volant e scripta manent, è pure vero che le parole possono essere riscritte. Nonostante avesse promesso il contrario, torna a farlo. I suoi desideri vengono esauditi. Fin troppo. Preso da quesiti morali, tutto ritorna alla normalità e con questa tornano i problemi. 

Una mania di onnipotenza pervade le sue parole e il suo comportamento, che lo spinge ad intrappolare Ruby in una gabbia ancora più evidente. Gabbia dalla quale scopre la verità che viene dimostrata attraverso ordini sempre più al limite del razionale e paiono essere un vero e proprio atto sessuale con tanto di eccitamento, plateau, orgasmo e in una risoluzione finale nello sconforto. Il periodo refrattario diventa quindi la liberazione del Frankenstein, un ibrido che non vuole più essere manipolato

Lo paragonavo ad un discorso filosofico/alcolico sui rapporti perché tutti vorremmo nel profondo qualcuno che facesse quel che desideriamo, almeno in determinate occasioni, quando ci accorgiamo che qualcosa non prende la piega che auspicavamo. Ma è proprio la possibilità di scelta che caratterizza la realtà, il fatto che qualcosa possa succedere senza che noi imponiamo noi stessi su quella cosa, il fatto che qualcuno rimanga senza un obbligo, rende tutto più tangibile. Ed è quella paura, il timore che qualcosa vada diversamente da come previsto, che ci porta ad essere pretenziosi, a voler mettere paletti prima ancora che quel qualcosa accada e volendo allargare il campo, è per questo che per secoli la donna è stata trattenuta. Per il timore che potesse scegliere qualcosa su cui non potessimo imporci. 

Interessante come un film ambientato ai giorni nostri metta da parte la tecnologia senza rimarcarlo. Nessuno usa o abusa di smartphone o computer e anzi, il protagonista preferisce una macchina da scrivere alla tastiera di un pc. Pc che apparirà una volta che avrà perso tutto, proprio per voltare pagina. 

Calvin poi viene presentato come un genio che fa il modesto, ma è l'incontro con l'ex che ridimensiona il personaggio. Cerca l'amore, è vero, ha paura di innamorarsi di qualcosa che neanche esiste, dell'idea che egli stesso si è fatto. Ma dopotutto non ci innamoriamo sempre dell'idea che ci facciamo di un qualcosa o qualcuno? Che sia amore o amicizia, quel che ci tiene insieme è un'idea. Ed è qui la vera personalità di Calvin, un qualcuno che non sa realmente amare la persona fisica, ma la idealizza e alla fine l'unica persona che ama è sé stesso. Passa del tempo e Calvin ricava un romanzo da questa storia nel tentativo di riconquistarla. Girando per un parco, dopo una presentazione della sua ultima fatica, Scotty scappa ad importunare una ragazza. Una parola tira l'altra, una gaffe tira l'altra e..

"..possiamo ricominciare?"

Ps: i registi sono Jonathan Dayton e Valerie Faris, quelli di "Little Miss Sunshine", un altro film consigliato.

Ruby Sparks (2012) | Le Recensiony Ruby Sparks (2012) | Le Recensiony Reviewed by Antonio Emmanuello on 15:00:00 Rating: 5

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