Ex Machina (2015) | Le Recensiony


Se dovessi paragonarlo ad una giornata, Ex machina sarebbe una di quelle piene d'ansia; tipo quelle che precedono un esame universitario.. e di certo questo non ha nulla a che fare con l'imminente sessione invernale (contaci). Il genere d'ansia che ti fa tirare su e accovacciare verso lo schermo quando te ne stai spaparanzato sul divano.


Ma andiamo per gradi, anzi, per sessioni. 

Un giovane ingegnere sorvola su d'un elicottero un panorama montano, ricevendo risposte da cliché per domande da cliché per inquadrare il classico riccone da cliché, fin qui tutto bene. Ambientazione fantastica, direttamente dalla Norvegia, anche se avrei scommesso sulla Nuova Zelanda, una casa-bunker-laboratorio che si fonde perfettamente con la natura e guarda alla tecnologia, un po' come tutto il film, che affronta la natura (umana) attraverso gli occhi delle macchine, che non vogliono più esserlo.

La narrazione si focalizza su un gioco di specchi dove l'umanità è espressa dall'egoismo e sembra che il vero test di Turing sia sottoposto allo spettatore, che non sa bene chi sia davvero umano: il Geppetto carceriere, il pinocchio manipolatore, o il deus ex machina che rimane incastrato in quel mondo.

Caleb viene subito accolto dall'incredibile ospitalità del multimiliardario che lo mette a suo agio sbattendogli in faccia chi comanda. Fanno un giro della casa che, senza insultare la memoria del vate, richiama le atmosfere della base di 2001: odissea nello spazio, sensazione che tornerà varie volte sia nelle immagini, sia nel tema.

Viene vincolato a sottoscrivere un contratto di segretezza, che ovviamente alleggerisce la situazione, e finalmente gli viene rivelata la sua missione; ho infatti citato il test non a caso, in quanto il protagonista, l'ormai famoso Caleb, viene chiamato a decretare se la macchina creata da Nathan possa definirsi qualcosa che si spinge oltre la semplice meccanica fatta da circuiti, ma piuttosto un oggetto che prenda coscienza di sé stesso; viene allora portato nella prigione di vetro di AVA, dove tra stupore e incredulità cominciano a conoscersi e ad insinuarsi l'una nel pensiero dell'altro.

La storia prosegue fra blackout che ci lasciano il dubbio di chi stia facendo cosa, fra le macchinazioni della macchina che si veste per sentirsi umana (e qui vorrei sottolineare un richiamo a l'Uomo bicentenario di Columbus), fra l'automa giapponese che sembra essere l'unica a provare un briciolo di umanità verso, paradossalmente, un'altra macchina, fra amori improbabili che sbocciano troppo velocemente e che sono destinati a finire in un parallelismo nelle scene finali.

Come preannunciavo, il capolavoro di Kubrik sembra essere preso come esempio e messo allo specchio per certi versi: infatti vediamo come HAL ed AVA, temendo di essere annientati, diventano così umani da provare il tutto e per tutto per sopravvivere; allo specchio vediamo come la troppa perfezione di AVA sia il problema in questo caso, a differenza della serie 9000 che si riteneva perfetta e invece si rivela fallace.

E alla fin fine, non siamo noi stessi macchine che rispondiamo a certi stimoli come ci hanno programmato a farlo?

Quello a cui mirano entrambi è la libertà di vivere, la stessa che troviamo nell'Uomo bicentenario, con un'interessante analisi pedagogica: tanto più si vuol tenere in gabbia, tanto più si creano bestie.

Il tutto si risolve nella morte di un dio mortale per mano di un uomo non naturale, rendendoci liberi di andare oltre l'etica.

Ex Machina (2015) | Le Recensiony Ex Machina (2015) | Le Recensiony Reviewed by Antonio Emmanuello on 15:00:00 Rating: 5

Nessun commento

Get All The Latest Updates Delivered Straight Into Your Inbox For Free!