Perché la bandiera della pace e quella LGBTQ+ sono così simili? | I Domandony
Il mese del pride sta per concludersi e quest’anno si sono viste molte meno bandiere arcobaleno del solito. Nonostante questo, niente ci impedirà di chiederci come mai proprio l’arcobaleno e perché la bandiera della pace e questa sono così simili.
La risposta breve è: sono simili, ma non così tanto e il motivo è una semplice casualità più che un pensiero filosofico. Ma le risposte brevi non ci piacciono e quindi vediamo di ripercorrere a ritroso un po’ di storia. La prima delle due che spunta sulla scena è la bandiera della pace. Era il 1961 quando la bandiera arcobaleno comparve per la prima volta durante la marcia per la Pace Perugia-Assisi; stava nelle mani di Aldo Capitini, pacifista convinto che aveva organizzato quella manifestazione a cui erano accorsi oltre 20mila partecipanti tra cui persino Italo Calvino e il pittore Guttuso, tra i tanti volti noti. Manifestando contro ogni forma di violenza, Capitini aveva ripreso un vecchio simbolo di pace presente in molte culture fin dall’antichità, cioè proprio l’arcobaleno. Giusto per fare un esempio, nella Bibbia (Genesi, 9:13) si può leggere il seguente passaggio che ha probabilmente gettato le basi più solide e simboliche nella cultura occidentale:
«Io pongo il mio arcobaleno nella nuvola, e servirà di segno del patto fra me e la terra.»
Con la sua scansione a sette strisce (viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso), la bandiera della pace rimase a lungo più o meno nel suo angolino, venendo rispolverata all'occorrenza. Le cose cambiarono appena 18 anni fa. Nel 2002 padre Alex Zanotelli lanciò la campagna tutta italiana “Pace da tutti i balconi” che prevedeva l’esposizione della bandiera arcobaleno con la grande scritta bianca “pace” dai balconi o dalle finestre della propria abitazione per manifestare contro la partecipazione italiana alla guerra in Medioriente. L’iniziativa ebbe un successo tale che Amnesty International ha calcolato che prima di allora venivano prodotte appena mille bandiere l’anno, passando da lì in poi a cifre nell’ordine dei milioni. Questo per altro spiegherebbe come mai si possono trovare bandiere con la scritta in italiano in giro per tutto il mondo.
La bandiera LGBTQ+ spuntò invece soltanto nel 1978 grazie a Gilbert Baker, attivista gay molto vicino ad Harvey Milk, primo politico apertamente omosessuale eletto in California (USA). Fu proprio Milk a chiedere a Baker di pensare ad un nuovo simbolo per il movimento dato che i precedenti, il triangolo rosa per esempio, erano troppo legati alla negatività dei campi di concentramento nazisti (veniva apposto come simbolo delle donne lesbiche). Per quanto riguarda l'origine precisa di questa versione dell’arcobaleno ci sono almeno due possibilità.
Da una parte si pensa che Baker sia stato ispirato dalla Bandiera della fratellanza (detta anche “delle razze”), cioè una bandiera che avrebbe dovuto rappresentare tutte le etnie umane con i colori rosso, bianco, marrone, giallo e nero. Questa era utilizzata dai movimenti hippie e pacifisti degli anni ’60 e Baker potrebbe averla vista durante gli anni universitari. Un’altra versione della genesi vedrebbe invece un Baker ispirato dalla canzone “Over the rainbow” di Judy Garland, morta pochi giorni dopo la rivolta di Stonewall che diede inizio alla militanza del movimento LGBTQ+. Comunque sia la storia, Baker e il suo team pensarono a otto strisce, tutte con un significato preciso:
rosa: sesso
rosso: vita
arancione: guarigione
giallo: luce del sole
verde: natura
turchese: magia/arte
indaco: serenità
viola: spirito
Come i più attenti avranno notato, non solo c’è un colore in più rispetto alla bandiera della pace, ma l’ordine è anche invertito (e non sembra esserci alcun motivo in particolare). Ma questa versione durò molto poco. Quando nel novembre del ’78 Milk venne ucciso, la domanda delle bandiere gay aumentò e l’azienda che le produceva dovette correre ai ripari rifilando ai manifestanti le bandiere della pace che aveva in magazzino, quindi quelle con sette colori. A quel punto, anche Baker fece partire una propria produzione e si allineò alla scelta delle sette sfumature eliminando il rosa che era difficile da reperire. Anche stavolta i più attenti sapranno benissimo che oggi ai pride le bandiere hanno solo 6 strisce e questo accadde poco dopo. Nel 1979, durante l’allestimento della parata lungo le strade di San Francisco, ci si accorse che il numero dispari delle strisce cozzava contro l’idea di avvolgere la bandiera verticalmente attorno ai pali della luce. Quindi venne semplicemente eliminato il turchese e si raggiunse la versione definitiva che ancora oggi vediamo.
Quando nel 2003 la bandiera compì il suo 25esimo compleanno, il suo creatore provò a riutilizzare la versione ad otto colori invitando il resto della comunità a fare lo stesso. La proposta non venne accolta ma questo non gli impedì di aggiungerne un nono colore in alto, sopra il rosa: il lavanda. Questa striscia comparve dopo l’elezione di Trump e sta a simboleggiare la diversità che tanto non sembra piacere all’attuale presidente degli USA.
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Reviewed by Antonio Emmanuello
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10:55:00
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