La leggenda nera dell'inquisizione spagnola: e se non fosse lo schifo che pensiamo? | I Domandony
L’inquisizione fa schifo! Giusto? Hmm forse, e se invece ci sbagliassimo? E se non fosse stata davvero così terribile? E se dietro questo pensiero comune ci fosse un complotto internazionale e secolare? Oggi vediamo cosa dicono i sostenitori della leggenda nera dell’inquisizione.
Solitamente pensiamo che la propaganda sia una questione moderna, magari risalente all’epoca del suo massimo splendore sotto le dittature nazionalsocialiste del ‘900. E invece la propaganda è una questione molto vecchia, usata da secoli per vincere le guerre ancora prima di schierare gli eserciti. Un caso interessante può essere quello dei paesi del nord Europa, quindi protestanti, che usarono la propaganda per divulgare le ingiustizie perpetrate dall’inquisizione cattolica. Il perché è molto semplice: avevano paura dello strapotere che in quegli anni era nelle mani della corona spagnola, una corona particolarmente vicina al Vaticano.
Nasce così - secondo gli storici Edward Peters e Henry Kamen - la diffidenza nei confronti dell’inquisizione, alimentata poi da altre rivendicazioni come quella italiana; parte del sud Italia infatti era stato conquistato dagli aragonesi spagnoli e il resto della penisola, come d’altronde ogni popolo dominato, non apprezzava molto i propri dominatori e dunque ne parlava tendenzialmente male. Questo fatto, benché il risultato sia stato sempre quello di peggiorare l’immagine spagnola e dell’inquisizione, nasceva però più da un moto di protesta culturale che da una macchinazione politica, quasi complottista in stile tedesco.
Un altro chiodo sulla bara della cattiva nomea dell’inquisizione venne posto poi dal revisionismo di stampo illuminista che cercava di screditare tutto ciò che fosse legato alle religioni e ad un passato visto come bigotto e superato. Quello illuminista molte volte è stato un revisionismo molto poco attento, basti pensare al titolo di “epoca buia” dato al medioevo.
Si sarebbe così generata l’immagine dell’inquisizione come di un sistema sbrigativo, non tutelato, sommario, criminale e decisamente poco cristiano. Eppure, nei fatti, sembra che l’inquisizione non fosse così terribile, anzi, fosse tra le corti più magnanime dell’epoca. A tale riprova, ad esempio, si può ricordare che la pratica della trascrizione del processo venne introdotta nei tribunali proprio dall’inquisizione così da rendere pubblici gli atti; come anche le giurie popolari introdotte come garanzia per il convenuto. La tortura, che nell’immaginario comune è uno stereotipo quasi vincolante della natura stessa dell’istituzione, era in realtà molto meno praticata che negli altri tribunali europei e usata solo se non lasciava mutilazioni permanenti e non metteva in pericolo di vita i condannati. Sembra inoltre che anche le condanne alla pena capitale fossero decisamente minori rispetto agli altri tribunali dell’epoca.
A questa pretesa di legalità, molti critici rispondono sostenendo che anche qualora fosse vero, l’inquisizione rimarrebbe un’entità di stampo cattolico, quindi si sarebbe dovuta tenere ben lontana dalla tortura e dalla pena di morte. Per quanto vero, ovviamente va ricordato il contesto storico e le funzioni che certe istituzioni hanno avuto nel tempo. L’inquisizione spagnola è infatti una prosecuzione di quella medievale, ma a differenza di quest’ultima che era stata fondata da papa Lucio III e controllata dal Vaticano, la spagnola era nelle mani dei sovrani cattolici, quindi un’arma vera e propria contro i personaggi scomodi per la corona.
Questo punto ci porta dritti dritti ad un altro aspetto: Giordano Bruno. A seguito della condanna a morte del filosofo, l’inquisizione viene ancora oggi accusata di aver soppresso il libero pensiero; secondo i revisionisti della leggenda nera però le cose non starebbero proprio così. Ai danni di Bruno sembra essere stato ordito un complotto organizzato dalla Repubblica di Venezia, dove si era rifugiato, e dal papato poiché egli veniva visto dai nobili della serenissima come un sobillatore che stava puntando al rovesciamento della società insieme ad altri intellettuali europei. Dunque, sarebbe un fatto puramente politico e non religioso.
Sempre parlando di pesi massimi della cultura mondiale, l’altro grande nemico dell’inquisizione sembrerebbe essere stato Galileo Galilei. Ma è così? Anche stavolta la storia è particolare poiché oggi Galilei è visto come un martire della scienza, eppure tutti i resoconti parlano di un trattamento più che dignitoso. Non venne mai incarcerato e venne persino ospitato a spese del papato in appartamenti di tutto riguardo, circondato da ogni conforto.
Altra questione spinosa è l’espulsione degli ebrei dalla Spagna operata, secondo i detrattori dell’inquisizione, proprio con il benestare di quest’ultima. Bisogna però specificare che l’inquisizione non aveva nessun potere sui non cattolici e quindi non avrebbe potuto nulla. I revisionisti della leggenda nera sostengono infatti che quella del 1492 fu una decisione del tutto politica ed economica per requisire i beni degli ebrei; inoltre furono espulsi “appena” 200mila persone, quindi solo una parte dell’intera comunità ebraica. Anche stavolta poi va ricercato il contesto storico: la Francia aveva espulso già nel 1182 gli ebrei per confiscarne i beni; idem l’Inghilterra nel 1290 e l’Austria nel 1421. Era in pratica una mossa molto diffusa nel tempo e nello spazio.
E come dimenticarsi delle streghe? Una delle immagini più cruente legate all’inquisizione è sicuramente la caccia alle fattucchiere. La cosa particolare è però che la maggior parte delle condanne di questo tipo arrivava proprio dai paesi protestanti, come la Germania dove si contano ben 25mila condanne per stregoneria, contro le 49 (non mila, solo 49) della Spagna, le 36 dell’Italia e le 4 del Portogallo, tutti paesi fortemente cattolici. Anche nei casi emblematici fuori dall’Europa, vedasi il caso di Salem, si trattava di colonie anglosassoni quindi protestanti.
E ancora, ci sarebbero gli autodafé, cioè quella cerimonia in cui la penitenza impartita dall’inquisizione si svolgeva pubblicamente; sembra che questa pratica sia stata esagerata dai pittori che si sono divertiti a rappresentarla per l’effetto emotivo che faceva sul pubblico, mentre nella realtà venne eseguita raramente: a Toledo in quasi cento anni avvenne appena dodici volte. Ci sarebbe poi il genocidio degli amerindi perpetrato dagli spagnoli: i revisionisti, da una parte, sostengono che questo genocidio non avvenne mai nelle proporzioni bibliche che la storiografia classica racconta, e aggiungono, dall’altra, che molti dei soldati che avrebbero portato avanti quest’azione fossero in realtà mercenari locali. A tutto ciò bisogna aggiungere che nel 16esimo secolo non esisteva il concetto di diritti umani che apparse per la prima volta all’Università di Salamanca, quindi proprio in Spagna e proprio a seguito degli avvenimenti in sud America; ciò cozzerebbe quindi contro l’idea di un’inquisizione così potente da frenare ogni possibile sviluppo in tale direzione. Non di meno, la Spagna non ci andò di certo leggera con i nativi e per quanto scagionata, l’inquisizione non fece granché per frenare quegli atti che andavano pienamente contro i principi cristiani.
Molte sono le critiche a questo revisionismo della leggenda nera e gli storici contrari fanno notare che spesso a supporto di questa riproposizione vengono presi in considerazione dei dati parziali e specifici a quanto si vuole dimostrare. Se ad esempio prendiamo l’azione dell’inquisizione spagnola dal 1540 al 1600, momento considerato di decadenza per l’istituzione, avremmo dati molto diversi da quelli che otterremmo analizzando il periodo 1478-1530.
Alla fine di questa lunga carrellata possiamo comunque trarre una conclusione: la storia non è scritta nella pietra e, con le prove, si può sempre aggiustare in favore della verità.
FONTE
Alla fine di questa lunga carrellata possiamo comunque trarre una conclusione: la storia non è scritta nella pietra e, con le prove, si può sempre aggiustare in favore della verità.
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La leggenda nera dell'inquisizione spagnola: e se non fosse lo schifo che pensiamo? | I Domandony
Reviewed by Antonio Emmanuello
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14:26:00
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