Calcolo distribuito: cos'è e come ci aiuta a combattere il Coronavirus? | I Domandony

Dato che la maggioranza di noi poveri mortali non è né un medico, né un biologo o un virologo, cosa possiamo fare per contrastare il Covid-19? La prima è ovviamente stare a casa rispettando i consigli degli esperti, la seconda è donare per quanto possiamo ai vari progetti che stanno emergendo. La terza è lasciare che i ricercatori utilizzino il nostro computer. Oggi parliamo di calcolo distribuito e di Folding@home.

Il calcolo distribuito è un sistema di computer collegati da una rete (come internet) che si divide il peso di enormi calcoli in funzione di un risultato. Attraverso l’installazione di un medesimo programma (software distribuito), è possibile far eseguire queste operazioni lanciate da un computer di partenza su tanti altri computer distribuiti nella rete. Le istituzioni come i centri di ricerca o le università hanno infatti ottimi computer o server per poter elaborare in maniera efficace una serie di dati spropositati, ma nonostante questo non è facile disporre di una potenza di calcolo tale che restituisca i risultati entro breve. Ecco che allora si può chiedere ad altri computer di assorbire parte di quella fatica in modo che, anche solo una piccolissima percentuale di calcolo aggiuntivo, venga svolta da ogni computer che si aggrega al sistema distribuito. Per vedere il primo esempio di tale pratica bisogna andare indietro al 1970 quando internet non c’era ancora e la rete condivisa veniva chiamata ARPANET; questo prototipo funzionava però su una rete locale di computer collegati via cavo Ethernet (quello del vostro router Wi-Fi per intenderci).
Proprio sfruttando questo meccanismo, nel 2000 venne lanciato il progetto Folding@home che collega computer da tutto il mondo per calcolare simulazioni di molecole o proteine in modo da studiarne i processi e capire se è possibile sviluppare dei farmaci, che a loro volta possono essere simulati per verificare che siano efficaci. In questo preciso momento, Folding@home, che è stato sviluppato dal bioingegnere e professore aggiunto all’università di Stanford Vijay Pande, sta calcolando il ripiegamento delle proteine per comprendere il virus del Covid-19 poiché di lui ancora sappiamo poco e nulla. Detto in parole povere il ripiegamento delle proteine è una fase dello sviluppo delle proteine le quali devono assumere la loro forma tridimensionale per poter svolgere la propria funzione fisiologica; attraverso software particolari è però possibile predire o ripercorrere lo sviluppo di queste proteine e capire dove la loro formazione si è corrotta.

Nel 2018 Folding@home riusciva a calcolare oltre 100 petaFLOPS, cioè 10 alla 15esima potenza di calcoli al secondo, attestandosi tra i sistemi più veloci al mondo. Ma oggi non è sufficiente se vogliamo fare qualcosa e vogliamo farlo in fretta. I suoi sistemi funzionano tra l’altro anche grazie alla collaborazione di aziende come Nvidia e Sony che hanno messo a disposizione degli utenti la possibilità di utilizzare l’hardware delle proprie console (Playstation per Sony) o delle schede grafiche dei pc (per Nvidia) proprio a questo scopo. In questi giorni Nvidia si sta allora appellando ai videogiocatori affinché sacrifichino le proprie potenti schede per aiutare la comunità scientifica, e dico sacrificare poiché un uso prolungato di tale hardware effettivamente non fa benissimo alla loro longevità.


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