Indie #20 | Rassegna di Cinema Indipendente | Capitolo I - Le Recensiony

Recensiony particolare questa settimana, in missione per conto di inDio (e qua si sprecano le citazioni, applausi, grazie, possiamo andare avanti). Sto collaborando con Indie Rassegna di Cinema Indipendente per riportare in sala bei titoli, e bei giovani al cinema. Infatti siete vincolati ad essere belli, altrimenti scordatevi l'ingresso!

Cooomunque siete invitati, ma che dico, siete UFFICIALMENTE invitati per gli spettacoli della prossima settimana (trovate la pagina giusto 4 righe più in su, seguite il link per tutte le info).

infine, prima di iniziare, menzione d'onore per l'immagine per cui si ringrazia Lipsteriae che farebbe di tutto pur di non mettersi a studiare per la patente!

Riparte #Indie anche quest’anno, giunto alla sua ventesima edizione ma sempre pieno di novità, con qualcosa di nuovo da mostrare. Oggi arriva a sdoganare anche il cinema mainstream con “Carol”, grande successo di pubblico che nasce però dalla regia di Todd Haynes, direttore che si è fatto conoscere nei panorama indipendente ed è poi emerso. Ritorniamo poi nella nicchia con il secondo film di Lorenzo Vigas alla sua prima prova, “Ti guardo”.

Se da una parte abbiamo un canto d’eleganza, un carol direbbero in inglese, nell’altro abbiamo un urlo disarticolato che rimbalza da una parte all’altra.

Se Carol sembra fare la misteriosa, scomparendo agli sguardi della telecamera durante il primo incontro, Armando non si nasconde mai, anzi insegue le sue prede, ma entrambi scelgono dei bambolotti, dei giovani ancora da formare, e talvolta da riformare. E in questo gioco, come in una trappola, Elder rimane invischiato in una sorta di mix fra sindrome di Stoccolma e ricerca della figura paterna.

È un’omosessualità allo specchio, da un canto abbiamo due donne che apparentemente non vengono ostracizzate dalla comunità, non si vede quello che ci aspetteremmo da un’epoca come quella che gli abiti lasciano intuire, nessuno sguardo d’accusa tra la folla. L’ammonizione arriva dalla legge, ma lo stesso marito non arriva mai ad inveire contro la “moralità deviata” della moglie; d’altro canto invece abbiamo un uomo che viene insultato e un ragazzo che viene ripudiato dalla sua stessa madre e allontanato dai suoi stessi amici.

È un’omosessualità che viene mostrata e non solo accennata e fatta intuire, che è fine in “Carol”, sensuale grazie anche alle due attrici, ma più selvaggia in “Ti guardo”, dove la perversione solitaria iniziale diviene passione animalesca.

I soldi poi la fanno da padrone; in prima serata con una certa discrezione, servono a viziare e ammaliare la compagna con costosi alberghi e preziosi regali. Regali che poi fanno da ponte fra le due e grazie a questi nemmeno la parte lesa riesce a dimenticare l’amante. Ma sul tardi, quando la sala si è liberata, troviamo dei soldi che servono a comprare il piacere prima e l’affetto poi, sono solo un mezzo che fa leva sulla fame e funge inoltre da critica sociale, ma ci torneremo.

Tra sesso e potere comunque aleggia anche un certo amore, un certo romanticismo fra le due donne, che nonostante la vita, nonostante le avversità che le allontana, riescono infine a ritrovarsi con gli sguardi e lasciano intendere che.. 

Amore che però non si vede tra i due uomini, non amore di coppia per lo meno. Sono l’uno alla ricerca di un toy boy, un piacere di cui stancarsi presto, dove la caccia è più gustosa della preda, e l’altro alla ricerca di un padre che gli ha insegnato fin da subito quanto è dura la vita.

In sintesi, “Carol” è la storia di due donne che cambiano, che si scoprono, che fanno un viaggio, sia letteralmente che personale; la ragazza, anche grazie alla matrona, riesce a far diventare un lavoro la sua passione per la fotografia; l’amante, Carol stessa, invece affronta una battaglia legale che si risolve nella saggezza di Re Salomone dove la madre, pur di non vedere la figlia tagliata in due, preferisce ritirarsi dallo scontro. È una donna diversa, che trova un lavoro, che vive in appartamento. Le due mutano, ma l’affetto fra loro rimane sempre lo stesso.

Mentre “Ti guardo” è il racconto di uno sfruttatore, di un burattinaio che si avvale del suo potere per fare delle sue prede quel che vuole e una volta finito il piacere, semplicemente si sbarazza del suo giocattolino. Interessante, a differenza di “Carol”, la contestualizzazione sociale, di una Caracas povera dove i ricchi possono avere tutto coi soldi, mentre i poveri sono costretti sulle strade e la criminalità è la norma.
Entrambe le pellicole infine si innestano nella corrente culturale pro-gay che sta attraversando gran parte dell’occidente e cercano di normalizzare, almeno per quanto riguarda “Carol”, la questione continuando l’opera di film quali “The denish girl”, “La vita di Adele” o, andando più indietro, “In cerca di Amy". Dunque non ci resta che insistere sul tema, continuare a proporlo come favole d’amore, come storie concrete e con la quotidianità con cui lo faremmo con coppie etero.
Indie #20 | Rassegna di Cinema Indipendente | Capitolo I - Le Recensiony Indie #20 | Rassegna di Cinema Indipendente | Capitolo I - Le Recensiony Reviewed by Antonio Emmanuello on 15:00:00 Rating: 5

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